Sono affidati ai risultati dell'autopsia e dell'indagine tossicologica sul corpo del piccolo, esami entrambi fissati per domani, a Belluno, gli elementi che orienteranno l'inchiesta a carico del padre del piccolo Nicolò Feltrin, bambino di due anni morto la sera di giovedì scorso, all'ospedale di Pieve di Cadore (Belluno) dove era stato trasportato d'urgenza dopo un pomeriggio trascorso al parco a Longarone.
La giovane vittima aveva manifestato segni di un progressivo malessere al suo rientro a casa dopo aver trascorso con il padre alcune ore in un parco giochi di Longarone (Belluno), dove risiede con i genitori. I timori espressi in un primo tempo ai soccorritori dall'uomo erano legati all'ipotesi che il figlio potesse aver ingerito qualcosa mentre si trovava nell'area pubblica, ma le ricerche effettuate in seguito sulla superficie dai carabinieri pare non abbiano individuato alcuna sostanza potenzialmente nociva.
L'indagine si è allora spostata su qualcosa che il bambino possa aver invece inghiottito a casa sua, e da qui una perquisizione disposta dalla magistratura all'interno della residenza al termine della quale, tuttavia, secondo quanto si è appreso, non sarebbe stato acquisito dagli investigatori alcunchè di anomalo. Il padre del piccolo è formalmente indagato come atto dovuto, il reato sarà codificato con maggiore precisione non appena gli accertamenti scientifici sulle cause del decesso saranno conclusi.
La magistratura ha aperto un fascicolo per omicido colposo nei confronti del padre di Nicolò Feltrin, il bimbo di due anni di Codissago di Longarone (Belluno) morto all'ospedale di Pieve di Cadore per un malore che lo ha colto subito dopo pranzo e ad alcune ore distanza da una escursione al vicino parco. Per Simone Marcon, pm della Procura, si tratta di un atto dovuto per consentire l'autopsia, in programma mercoledì. Il padre Diego, 39enne boscaiolo, ha raccontato che si trovava nell'area giochi con il figlio, proprio alle spalle della loro abitazione, quando il piccolo ha raccolto da terra una cosa scura e l'ha portata alla bocca.
Il padre Diego, 39enne boscaiolo, ha raccontato che si trovava nell'area giochi con il figlio, proprio alle spalle della loro abitazione, quando il piccolo ha raccolto da terra una cosa scura e l'ha portata alla bocca. «Erano rientrati per il pranzo - racconta il nonno paterno Sergio - Hanno mangiato qualcosa e poi Nicolò ha iniziato a sentirsi male, sembrava intontito». I genitori lo hanno caricato in auto e portato di corsa all'ospedale dove è stato preso in carico come «codice rosso». Il piccolo era addormentato, con una grave insufficienza respiratoria e il battito cardiaco rallentato. Tutti i tentativi di rianimarlo sono stati vani, nel pomeriggio il piccolo è morto. Ora restano i perchè di una tragedia che al momento non ha senso.
Si spera che qualche risposta venga dall'anatomopatologo Antonello Cirnelli di Portogruaro, a cui sarà conferita la consulenza nell'udienza prevista per mercoledì alla Procura dolomitica. Fondamentali saranno gli esami tossicologici che permetteranno di far chiarezza sulla presunta sostanza ingerita accidentalmente dal bambino. «Non so davvero cosa possa essere successo a mio figlio - ripete Diego Feltrin, che il giorno dell'accaduto era a casa di riposo, mentre la mamma Serena era uscita per andare a lavorare - non riesco nemmeno a guardare le sue foto». L'uomo è rappresentato dal legale bellunese Mauro Gasperin, il quale potrà nominare un proprio consulente di parte in vista dell'autopsia sul piccolo. In queste ore amici e parenti non lasciano mai soli Diego e Serena. Raccontano che soprattutto la mamma è disperata, non sa darsi un perchè. La coppia era andata ad abitare tre anni fa nell'appartamento nel grande condominio al centro di Codissago e conduceva una vita semplice, con un unico 'lussò, l'amore di entrambi per la montagna.
Nessun commento:
Posta un commento