Aveva 12 anni, la piccola Alessia, la bambina morta ieri sotto una trave di legno mentre giocava con l'altalena ad Avezzano, in Abruzzo.
Una tragedia che lascia senza parole, anche negli occhi di chi ha visto tutto e ha provato a intervenire per salvarle la vita, come Amleto Magnante, 35enne, primo soccorritore della bambina, che al quotidiano Il Messaggero ha raccontato ciò che ha visto. «Non mi do pace. Non riesco ancora a capire come sia potuto succedere», le sue parole.
Il primo a intervenire è stato lui, prima dell'arrivo dell'elisoccorso dall'Aquila e degli uomini dell'ambulanza del 118: «Sono subito accorso sul luogo della tragedia - aggiunge - ho preso in braccio la bimba che già era priva di sensi e non dava segni di vita. L'ho stretta forte scuotendola e solo allora mi sono accorto che ancora respirava». Lo choc è arrivato anche tra i bambini che giocavano sul piazzale dell'Oratorio: «Non si sono subito accorti della tragedia. Dopo qualche minuto si sono improvvisamente fermati come paralizzati. Li ho sentiti urlare e piangere e hanno capito che era successo qualcosa di grave».
Tra i più sconvolti anche l'animatrice, che sorvegliava il gruppo di bambini di cui faceva parte anche Alessia, e che è scoppiata in lacrime incontrollabili. «Non riusciva a smettere di piangere. Ho cercato di rassicurarla, le servivano dei calmanti. Ma nel medio-lungo periodo penso le servirà un percorso di sostegno psicologico per superare il trauma» spiega una sua amica, scrive ancora Il Messaggero. Uno choc, per la ragazza, legato anche a chi senza troppa delicatezza, dopo l'incidente aveva subito iniziato a puntare il dito su una presunta leggerezza di chi doveva controllare e non lo ha fatto. Saranno comunque le indagini a fare chiarezza su ciò che è accaduto.
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