martedì 9 maggio 2023

Foggia, il figlio di 5 anni del panettiere killer salvo perché nascosto dietro al divano. Il padre urlava: «Dov'è il bambino?»


 


La sorella Gessica, con i suoi 16 anni, è morta, uccisa a coltellate. 



La madre Tefta, 39, lotta per vivere nell'ospedale di Foggia. Nell'androne, il cadavere del vicino, il pasticcere Massimo De Santis. Lui, il più piccolo della famiglia Malaj, invece è vivo. Con i suoi appena 5 anni ha avuto la prontezza di accucciarsi dietro il divano e restare immobile e in silenzio fino a che suo padre Taulent ha finito il massacro. Lo ha sentito mentre urlava girando il video choc dei corpi a terra: «Non ho ancora finito, dov'è il bambino?» e poi correre fuori, per le strade di Torremaggiore (Foggia), dove i carabinieri lo hanno arrestato. Il bimbo paralizzato dallo choc è stato trovato dai primi entrati nell'appartamento del massacro, il fratello dell'assassino e la cognata. Quando sono arrivati i militari, era in braccio a loro e a loro è stato affidato.



«Mia moglie aveva già ammesso di avere una relazione con Massimo. Mi aveva chiesto scusa, ma io volevo separarmi. Sabato notte eravamo a letto, lei chattava con qualcuno. Mi sono accorto che scambiava messaggi con Massimo. Non ci ho visto più. Sono sceso nell'androne del palazzo e ho aspettato che Massimo rincasasse dopo aver chiuso il bar. Quando l'ho visto nell'androne mi sono avvicinato e l'ho ucciso». Il fratello di De Santis ha invece negato che ci fosse una relazione.



Gessica è stata uccisa perché ha tentato di fare da scudo alla madre. Non è la prima volta che succede. L'11 maggio 2021 era morto allo stesso modo Mirko Farci, 18 anni: ucciso dal pachistano Masih Shahid a Tortolì, in Sardegna, perché cercava di salvare la madre dall'aggressione del compagno. Ieri la madre Paola Piras, 52 anni, ha scritto una lettera aperta alla madre di Gessica: «Cara Tefta, io non ti conosco, eppure in qualche modo la cattiva sorte fa di noi due persone vicine». E l'incoraggiamento: «Forse avrai già pensato che vivere non ha più senso, una madre che sopravvive a un figlio esiste, ma non vive. Però lo devi al tuo bambino».

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