lunedì 24 maggio 2021

Eitan, l'unico superstite della strage del Mottarone «Piangeva e urlava “ho paura, lasciatemi stare”»





È ancora grave il piccolo Eitan, il bambino di 5 anni unico sopravvissuto all'incidente della funivia del Mottarone.

 Ricoverato all'ospedale infantile Regina Margherita di Torino, dopo l'intervento di ieri la prognosi resta riservata. Al momento il piccolo è intubato e sedato. In ospedale, nella tarda serata di ieri, è arrivata la zia del bambino, sorella del padre che nell'incidente è morto con la moglie e con l'altro figlio di due anni. La famiglia, di origini israeliane, viveva nel Pavese.


Eitan aveva 5 anni, così come Mattia Zorloni, l'altro bambino a bordo della funivia, che però non ce l'ha fatta. Così come Tom, fratellino di Eitan, e come i genitori. Quando sono arrivati i tecnici del soccorso alpino, Eitan e Mattia respiravano ancora: con l'impatto erano stati sbalzati fuori dalla funivia e sono caduti sull'erba, scrive il Corriere della Sera. Portati entrambi al Regina Margherita di Torino, uno è sopravvissuto, l'altro purtroppo no: per Mattia la situazione era complicatissima, con traumi al cranio e al torace e una frattura alle gambe, mentre Eitan è stato subito portato in sala operatoria. «Lasciatemi stare, ho paura», diceva piangendo ai medici.


Nato in Israele ma da quattro anni residente a Pavia con i genitori (il padre Amit, 30 anni, si era trasferito in Italia per completare i suoi studi in medicina), aveva le gambe fratturate, un trauma cranico e un trauma all'addome: i medici sono riusciti a salvarlo, mentre Mattia «è morto in seguito ad un arresto cardiaco, nonostante gli enormi sforzi profusi», le parole al Corriere di Fabrizio Gennari, direttore della struttura di chirurgia pediatrica. Eitan è l'unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone: ha perso la mamma, il papà e il fratellino Tom, che aveva appena 2 anni.

 

La zia: «Tanti 'mi spiace', non capivo perché»

 

Aya Biran è la zia del bambino di cinque anni unico sopravvissuto nella tragedia della funivia di Stresa-Mottarone, dove sono morti la mamma, il padre e il fratellino di due anni del bambino. Una famiglia di origini israeliane residente nel Pavese, dove la zia è medico in un carcere. «Ho saputo cos'era successo dai messaggi di Whatsapp. Ho cominciato a ricevere tanti 'mi dispiacè e non capivo perché...», le parole di Aya, zia del bimbo che ha perso i genitori e il fratellino. «Non sappiamo quale sarà la direzione, il trauma subito include un trauma cranico, bisogna vedere come evolverà la situazione», si limita a dire.

 

Quando è arrivata a Torino, all'ospedale infantile Regina Margherita, era notte fonda. Dopo i messaggi su Whatsapp, «ho chiamato mio fratello che non mi ha risposto, così anche mia cognata - racconta la donna -. Due ore dopo abbiamo ricevuto la conferma dei carabinieri e capito che mio nipote era vivo perché il suo nome non era nell'elenco delle vittime». «Ho perso mio fratello, mia cognata, un altro nipotino - dice - e con loro sono morti anche i nonni di mia cognata, che dopo aver ricevuto il vaccino in Israele avevano deciso di venire in Italia per stare un pò con i nipoti dicendo 'cosa mai può succedere in Italia'».

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