martedì 3 agosto 2021

ECCO PERCHE' I NEONATI VOGLIONO DORMIRE IN BRACCIO

 




Le persone che ignorano la materia lo definiscono " IL VIZIO DELLE BRACCIA", in realtà è
un'ottima abitudine che si acquisisce dopo la nascita, è un bisogno innato del neonato. 
Tutti i neonati nascono con questo bisogno, che nei 9 mesi di gravidanza è stato soddisfatto dalla protezione dell'utero, nel quale il piccolo si sentiva protetto e al sicuro, riscaldato e nutrito costantemente, rassicurato dal battito del cuore della mamma.




Questo gli permetteva di sentirsi al sicuro, mentre al di fuori dell’utero relegato in una culla, è costretto a sperimentare l’insicurezza, la fame, la solitudine, la staticità.
Se il bambino vuole dormire in braccio non è perché sia furbo o capriccioso, ma semplicemente perché al momento di abbandonarsi al sonno la sua paura e la sua insicurezza aumentano, e lui sente più forte questo bisogno di protezione rispetto al giorno, quando magari si distrae ascoltando i rumori e si sente per ciò meno solo.




L’unico modo per farlo sentire meno insicuro, al contrario di quello che dicono le nonne, è proprio soddisfare di più il suo bisogno di contatto, cullandolo, baciandolo, abbracciandolo e rassicurandolo. Per questo motivo gli studi più attuali hanno dimostrato che il co-sleeping (dormire con il bambino) rende i bambini più sicuri di sé e quindi più felici.





Il primo senso che si sviluppa in utero è il tatto, seguito poi dall’udito. È proprio attraverso questi due sensi che si può comunicare con il neonato. Attraverso la pelle arrivano messaggi al suo cervello, così come con i suoni ed è per questo che un neonato che piange disperato anche se sazio, 90 volte su 100 si calmerà se lo si abbraccia e gli si sussurra all’orecchio dolcemente.



Provate anche a metterlo nella carrozzina quando ancora è in dormiveglia e a restare con lui fino al sonno profondo, cullandolo e coccolandolo con un sottofondo musicale o con i rumori bianchi.


Anche se il figlio della vostra amica ha smesso di fare i capricci dopo due sere che l’hanno lasciato piangere, riflettete sulle sciocchezze che ci sono alla base di queste affermazioni: il neonato non è un manipolatore di adulti da addomesticare, ma un cucciolo da accudire non autonomo e bisognoso di mille cure. Pretendere che si addormenti da solo nella culla e un po’ come chiedergli di riscaldarsi il latte da solo. Insomma, una vera assurdità.


Se la natura avesse predisposto che i neonati non sarebbero dovuti stare in braccio forse gli avrebbe dato le gambe già in grado di camminare, come accade per alcuni animali. Invece, il cucciolo di uomo nasce prematuro a livello cerebrale e ha bisogno di almeno altri nove mesi di dipendenza totale dalla mamma, definiti esogestazione per cominciare a gattonare ed acquisire un minimo di indipendenza. Il suo pianto disperato è un grido d’aiuto che vi sta lanciando, dopo vari altri segnali più sottili che non avete colto. 


Quindi, così come la fame si placa solo mangiando, il bisogno di contatto si placa solo con il contatto. E quando il pianto si sarà interrotto sarà come la fame che ti passa a forza di digiunare, insomma niente che faccia bene alla salute.


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