Febbre alta, corsa in ospedale e trasferimento d'urgenza ad Ancona: tutto inutile.
Per la piccola Emma Di Carlantoniodi non c'è stato scampo. La tragedia che ha colpito San Benedetto del Tronto, Ascoli Piceno, ha gettato in una profonda amarezza i genitori e l'intera comunità. La bambina di due anni e mezzo, giovedì sera ha cominciato a stare male e, subito, la famiglia l'ha portata all'ospedale di Civitanova dove è arrivata con un forte stato febbrile.
Durante gli accertamenti clinici le sue condizioni però sono peggiorate ed è stato deciso il trasferimento all'ospedale Salesi di Ancona. Ma in poche ore Emma è deceduta. Su Facebook la madre, Sofia Paolini, urla il suo dolore con uno straziante messaggio di addio: «Amore mio grande te ne sei andata, spero di essere stata una mamma brava, giocherellona e pazza come lo eri tu. Ti amo vita mia, sole mio, come faccio adesso senza di te. La tua mamma per sempre».
Dai primi accertamenti si ritiene che la bambina sia stata colpita da una leucemia fulminante. Sul malore che ha colpito la piccola sono ancora in corso gli accertamenti medico legali ma il sospetto è che la piccola.
I medici hanno fatto di tutto per salvare la piccola, ricoverata nel reparto di rianimazione dove è stata anche intubata, ma purtroppo le sue condizioni sono precipitate e il suo cuore ha smesso di battere alcune ore dopo, nella notte tra giovedì e venerdì. Una notizia che ha gettato nello sconforto i familiari e ha sconvolto anche l'intera comunità locale dove la famiglia è molto conosciuta.
«Non ti dimenticherò mai piccolina…- scrive ancora la madre sui social - adesso e per sempre sarai l'angelo più bello e più sorridente del paradiso… un sole, un sole che splende senza spegnersi mai».
Come affrontare la tragedia e aiutare gli altri ad affrontarla
RispondiEliminaL'editore di Monaco ha pubblicato il libro intitolato “Ogni terza donna”. La scrittrice, ha dedicato il libro a tutti i bambini stellati e ai loro genitori.
I bambini stellati in Germania vengono chiamati mai nati, quelli che sono morti durante il parto o quelli che sono deceduti poco dopo la loro nascita. Nel suo libro, la scrittrice dà voce alle donne che hanno perso i loro figli non ancora nati, ma non hanno rinunciato a una gravidanza con lieto fine, e anche al uomo che è sopravvissuto al dolore della interruzione della gravidanza della sua dolce meta. Queste storie dimostrano: coloro che hanno vissuto un trauma psicologico così grave dovrebbero assolutamente lavorarci su e non essere lasciati nella solitudine con il problema.
La stessa scrittrice ha affrontato un problema simile ai suoi tempi. – “Mi dispiace signora, ma non sento più il battito cardiaco del feto”, la stessa è rimasta senza parole dopo le fatidiche parole del medico durante uno dei suoi controlli di routine. Come ammette l’autrice del libro, non aveva mai vissuto un tale shock.
Gli specialisti della clinica di medicina riproduttiva del prof. Feskov hanno a che fare con storie simili ogni giorno e sanno quanto sia importante il sostegno per le famiglie che lo attraversano. Sono sempre pronti ad offrire soluzioni per coloro che sognano di diventare genitori.