Alessia Pifferi sa chi è il padre di Diana, la bimba di 18 mesi morta di stenti dopo essere stata lasciata sola in casa per sei giorni dalla madre.
E sapeva di essere incinta, al contrario di quanto aveva dichiarato. A confermarlo è stata lei stessa che lo ha detto ai suoi legali Solange Marchignoli e Luca D'Auria dopo l'incontro avvenuto questa mattina in carcere a San Vittore.
La donna di 36 anni aveva quindi tentato di nascondere la gravidanza al suo compagno, l'elettricista di Leffe con il quale aveva iniziato una nuova relazione, nonostante avesse sostenuto di non essersi accorta di aspettare un bambino. E, inoltre, la Pifferi avrebbe partorito regolarmente in ospedale. E, infine, conosceva l'identità del padre della piccola Diana. Si tratterebbe di un uomo italiano che gli inquirenti sono pronti ad ascoltare, ma secondo il racconto della donna lui non saprebbe nulla, oltre a procedere all'esame del dna per confermare la nuova versione della donna.
«Stamattina era più tranquilla e serena - spiega l'avvocato Solange Marchignoli, che difende la donna assieme a Luca D'Auria - e mi ha rivelato il nome del padre. Si tratta di una informazione che non dirò a nessuno, in quanto non ha alcuna rilevanza ai fini processuali».
Gli inquirenti potrebbero, se necessario, decidere di convocare il padre, anche se al momento non ci sono interessi investigativi in tal senso. L'avvocato Marchignoli, oltre ad aver confermato che farà richiesta di incidente probatorio per le analisi del biberon e dell'altro materiale sequestrato, tra cui una boccetta di En, ha fatto richiesta di autorizzazione all'ingresso in carcere del professor Pietro Pietrini. Ordinario di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica all'Università di Pisa, si tratta di uno dei due docenti incaricati dalla difesa di redigere una consulenza neuroscientifica e psichiatrica su Alessia Pifferi.
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