martedì 13 settembre 2022

I figli destinati a diventare ciechi per una malattia, mamma e papà organizzano il giro del mondo: «Devono vedere tutto»


 


I bambini perderanno la vista, così i genitori decidono di fare con loro il giro del mondo perché possano portare per tutta la vita il ricordo di quanto osservato. 



Edith Lemay, Sébastien Pelletier e i loro quattro figli, Laurent, Léo, Colin e Mia sono una famiglia canadese che, dopo aver appreso che i ragazzi perderanno la vista a causa di una malattia genetica, hanno scelto di girare il mondo.



La prima diagnosi è arrivata con la primogenita quando aveva solo 3 anni, poi la stessa cosa è accaduta per gli altri tre figli. Tutti e 4 soffrono di una malattia genetica, una retinite pigmentosa che in pochi anni farà perdere loro la vista.




Prima che questo accada però i genitori hanno deciso di far vedere ai loro ragazzo tutto il mondo e fare il pieno di esperienze. Edith Lemay, Sébastien Pelletier e i loro quattro figli, Laurent, Léo, Colin e Mia, sono partiti nel marzo scorso per un viaggio che durerà un anno in giro per il pianeta e che documentano nella loro pagina Instagram.



«In realtà siamo partiti senza un itinerario preciso. Abbiamo idee su dove andare, ma pianifichiamo mentre andiamo. Forse un mese prima», hanno spiegato i coniugi dicendo che sarebbero dovuti partire nel 2020 verso Mosca e la Cina, ma che poi la pandemia di Covid ha cambiato i loro piani. Dopo un anno sono riusciti finalmente a partire e ora sono alla scoperta del mondo.



La prima tappa è stata in Africa, poi sono passati in Turchia e ora hanno appena lasciato la Mongolia. Nonostante provino a far vivere con spensieratezza questo viaggio ai ragazzi devono fare i conti con la loro diagnosi e più volte gli spiegano come sarà la loro vita quando purtroppo non potranno più vedere.




«Stiamo cercando di far vedere loro cose che non avrebbero visto a casa e vivere le esperienze più incredibili» hanno spiegato i due genitori. Il viaggio sarà per i ragazzi una grande lezione di vita: «Volevamo anche mostrare loro che non importa quanto sarà dura la loro vita, perché sono fortunati solo ad avere l'acqua corrente in casa e ad essere in grado di andare a scuola ogni giorno con bei libri colorati».

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