giovedì 15 giugno 2023

TheBorderline, Vito "er motosega", i fidanzati Matteo e Giulia e Marco: chi sono gli youtuber coinvolti nell'incidente di Roma


 


Sui social si fanno chiamare "The Borderline". Il loro progetto gli ha garantito un seguito di oltre 600mila utenti su YouTube e 88mila su Instagram


Sono un gruppo di ragazzi, celebri soprattutto nel quartiere di Casal Palocco a Roma. Da ieri,mercoledì 14 giugno, sono al centro di un caso di cronaca nera. La Lamborghini sulla quale erano a bordo è rimasta coinvolta in un incidente che ha provocato la morte di Manuel Proietti, bambino di 5 anni che stava viaggiando su una Smart con la mamma, Elena Uccello, e la sorella.



Vito Loiacono, Matteo Di Pietro, Marco Ciaffaroni, Giulia Giannandrea sono i The Borderline. 



Secondo quanto ricostruito fin qui, il gruppo negli ultimi due giorni si è alternato al volante della Lamborghini. Il Bolide a noleggio era arrivato a casa di Loiacono la scorsa settimana. 



Gli youtuber hanno tutti un'età compresa tra i 20 e i 23 anni. La loro amicizia è nata a scuola, al liceo classico e scientifico Democrito di Casal Palocco,alle porte di Roma. Vito Loiacono, il ragazzo che forse si trovava al volante, si fa chiamare "er motosega". Matteo Di Pietro e Giulia Giannandrea sono fidanzati. Tanti video girati nelle camerette a casa, poi il progetto "The Borderline"che prende piede e gli garantisce anche una discreta notorietà social. «Ogni singolo euro guadagnato su YouTube verrà speso per portare video assurdi e unici: la nostra fonte di ispirazione è il grande MrBeast che in America ha costruito un impero attraverso questo tipo di video, ispirandoci a lui porteremo per la prima volta in Italia contenuti simili, che potranno essere portati avanti solo attraverso il vostro grande supporto», si legge nella descrizione su YouTube.



I quattro giovani, Vito, Matteo, Marco e Giulia, vivono a Roma, tutti in zona Ostia. Nel 2020 hanno creato I The Borderline: «Non siamo ricchi - scrivono sul loro profilo - ma ci piace spendere per far divertire voi! Tutto quello che facciamo si basa su di voi, più supporto ci date più contenuti costosi e divertenti porteremo, tra sfide, challenge e scherzi di ogni tipo cercheremo di strapparvi una risata in ogni momento». 



Si divertono realizzando video di sfide proibitive, come quella che forse stavano realizzando ieri pomeriggio in macchina. Quella delle 50 ore è una challenge tipica per loro. Una volta hanno vissuto per questo lasso di tempo in una scatola di cartone, mangiando e bevendo nelle ciotole degli animali.Un'altra volta hanno vissuto per 50 ore su una 500, guidata fino a Milano.



Le loro pagine social adesso sono ricoperte da una pioggia di insulti: «Vergognatevi, avete ammazzato una bambino con le vostre cazzate», è uno dei tanti commenti che si possono leggere. 



La persona che era alla guida del Suv potrebbe essere accusata di omicidio stradale. I pm hanno contestato il reato allo youtuber, che potrebbe aver causato la morte del piccolo Manuel oltre al ferimento della madre e della sorellina, ricoverata all'ospedale Sant'Eugenio. 



Al vaglio degli inquirenti, coordinati dal procuratore aggiunto Michele Prestipino, anche la posizione dei quattro presenti nell'auto. Nei loro confronti potrebbe essere contestato il concorso nel caso in cui venisse accertato che nelle fasi precedenti allo schianto stessero girando un video da postare,poi, sui social per una 'sfida' online incitando il ragazzo alla guida.



«Il trauma che sto provando è indescrivibile. Ci Tengo solo a dire che io non mi sono mai messo al volante e che sto vicinissimo alla famiglia della vittima». Così,commentando tre ore fa un suo post sulla sua pagina Instagram, Vito Loiacono, uno dei ragazzi di The Borderline, il gruppo di Youtuber che sarebbe coinvolto nell'incidente a Roma costato la vita aun bimbo di 5 anni, il ferimento grave della sorella di tre anni e della madre alla guida di una Smart che si è scontrata con un Suv a bordo del quale c'erano i cinque Youtuber.L'ipotesi è che i cinque stessero girando un video per una challenge social.


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