lunedì 11 novembre 2019

L’allattamento prolungato e i suoi benefici


L'allattamento prolungato implica numerosi benefici per la madre e per il bambino.



L'allattamento materno può essere considerato normale fino ai 6 o 7 anni di vita del piccolo.
Quando l’allattamento si protrae oltre i nove mesi, si subisce spesso una forte pressione sociale. Le critiche provengono anche dalla propria famiglia, dagli amici e dalle conoscenze più vicine. Per una madre che sceglie l’allattamento prolungato, questa è senz’altro la maggiore difficoltà.
La questione si fa ancora più ardua se le madri iniziano lo svezzamento dopo i 2 anni. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda di effettuare l’allattamento esclusivo soltanto per i primi sei mesi. A partire da questo periodo, bisogna combinarlo con altri cibi fino ai 2 anni di vita del piccolo. Da questo momento in poi, l’allattamento durerà finché madre e figlio lo vorranno.
In base a questa premessa, la madre potrebbe attuare l’allattamento prolungato per 6 o 7 anni, poiché non esistono dati che ne dimostrino eventuali effetti nocivi.
Gli studi concludono che più si protrae l’allattamento, maggiori sono i benefici per la madre e il figlio. La sua salute ne gioverà per tutta la vita.





Bisogna sottolineare che l’intervallo di tempo in cui lo svezzamento avviene in maniera naturale è tra i 2 e i 6 anni. Al bambino mancherebbero i nutrienti del latte per lo sviluppo di ossa e organi. Pertanto, dovrebbe continuare ad assumere latte materno, non vaccino.
Tuttavia, nonostante i numerosi vantaggi legati al latte materno, può essere difficile allattare per un periodo superiore ai 2 anni. Per la madre, l’allattamento prolungato comporta una serie di difficoltà sociali e culturali. Queste non sono sempre facili da sopportare.
“Per la madre, l’allattamento prolungato potrebbe essere considerato perfettamente normale fino ai 6 o 7 anni di vita del figlio”

Barriere sociali

Spesso, si crede che l’allattamento prolungato possa avere effetti negativi sul bambino. Ad esempio, si pensa che potrebbe creare problemi psicologici. Inoltre, si ritiene che, dopo i primi nove mesi, il latte materno non sia più sufficiente per una corretta alimentazione.
In realtà, c’è molta disinformazione sull’argomento. La società dovrebbe essere consapevole dei benefici dell’allattamento prolungato e bisognerebbe aiutare le madri che hanno scelto questa strada.

L’allattamento prolungato e i suoi benefici per madre e bambino

Numerose prove scientifiche dimostrano i vantaggi dell’allattamento prolungato. Questo aiuta a ridurre l’insorgenza di diversi disturbi. Ci riferiamo a diarrea, malattie infettive acute alle vie respiratorie, obesità, diabete e cancro nei bambini.





I benefici per la madre sono sia emotivi che fisici. Coloro che hanno attuato l’allattamento prolungato hanno minori probabilità di sviluppare il cancro alle ovaie e al seno. Inoltre, riescono a tenere sotto controllo la pressione arteriosa e il colesterolo. Hanno anche meno possibilità di contrarre il diabete di tipo 2 e di soffrire di osteoporosi.
Numerose ricerche segnalano che il latte materno non perde valore nutritivo con il passare del tempo. Dopo il primo anno, è ancora più ricco di grassi e calorie. È anche legato a un migliore sviluppo cognitivo e psicomotorio del bambino.
Fino ai 7 anni, il sistema immunitario del piccolo non è ancora completamente sviluppato. Per questa ragione, i pediatri dovrebbero consigliare l’allattamento prolungato. Infatti, il latte materno è molto più valido di qualsiasi altro tipo di latte. Grazie alla sua alta percentuale di anticorpi e sostanze nutritive, offre al bambino una maggiore protezione contro le infezioni.
Riassumendo, l’allattamento prolungato comporta solo benefici, sia per la madre che per il bambino. Le critiche a questo proposito si basano su false credenze e pregiudizi.

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