lunedì 11 novembre 2019

44 giorni di sonno persi nel primo anno di vita del bebè




Uno studio mostra che nel primo anno di vita del bebè si perdono
ben 44 giorni di sonno, ma a un anno si riprende a dormire

Quanto sonno si perde nel primo anno di vita del bambino


Uno dei consigli che vengono elargiti con maggiore frequenza ai neogenitori, e in particolare alle neomamme, è quello di “dormire quando il bebè dorme”. Di certo non per tutte è facile dormire “a comando” e in fondo basta anche solo stendersi e chiudere un po' gli occhi mentre il bambino fa un pisolino invece di sfruttare quel lasso di tempo per sbrigare faccende domestiche o altro.
L'esigenza di riposare o ancor meglio di dormire più possibile, anche di giorno, nasce dal fatto che indubbiamente quando arriva un bambino i ritmi e le abitudini del sonno vengono completamente stravolti. Di notte ci si sveglia frequentemente, per cambiare il pannolino o allattare il neonato, e spesso il sonno delle mamme viene interrotto anche quando il bambino è un po' più grandicello, magari per un incubo, per un qualche disturbo del sonno o per le colichette. Uno studio americano ha provato a calcolare la quantità di sonno perduto dopo la nascita di un bebè: i risultati hanno mostrato che in media i neogenitori perdono due ore di sonno a notte per i primi cinque mesi di vita del bambino e poi un'ora a notte fino ai due anni. In totale, ha spiegato Kelly Sullivan, epidemiologa presso la Georgia Southern University, nel primo anno di vita del bambino i neogenitori perdono 44 giorni di sonno perché riescono a dormire in media solo solo 5,1 ore a notte.

Lo studio

Per lo studio, i ricercatori hanno esaminato i dati di un sondaggio telefonico nazionale condotto su 5.805 persone: ai partecipanti è stato chiesto per quanto tempo avessero dormito e gli studiosi hanno classificato come “ottimali” sette-nove ore al giorno ed “insufficienti” meno di sei ore.
Gli studiosi hanno anche chiesto ai partecipanti quanti giorni si fossero sentiti stanchi nell'ultimo mese e poi sono passati ad esaminare l'età, la razza, il livello di istruzione, lo stato civile, il numero di bambini in famiglia, il reddito, l'indice di massa corporea, l'esercizio fisico, l'occupazione e il russare. Ecco cosa è emerso:
  • Tra le 2.908 donne di età pari o inferiore a 45 anni, i ricercatori hanno scoperto che l'unico fattore associato a dormire a sufficienza era avere figli in casa: ogni bambino aumentava le probabilità di un sonno insufficiente di quasi il 50%.
  • il 48% delle donne con bambini ha riferito di dormire almeno sette ore, rispetto al 62 percento delle donne senza figli.
  • Le donne con bambini hanno riferito di sentirsi stanche 14 giorni al mese in media, rispetto agli 11 giorni per le donne più giovani senza figli.
L'unico fattore associato in modo indipendente a una carenza di sonno per le donne era la presenza di figli in casa:
ogni bambino è stato associato ad un aumento di quasi il 50% delle probabilità di sonno insufficiente di una donna e questo dato non è stato riscontrato negli uomini
ha spiegato la professoressa.
La ricerca ha anche dimostrato che i papà non sono interessati dalla privazione del sonno come le mamme. E' evidente che la donna può essere biologicamente e tradizionalmente più impegnata nella cura del neonato, anche durante la notte, a causa, ad esempio, del post parto o dell'allattamento, ma è chiaro che non va sottovalutata l'importanza di assicurare a tutta la famiglia il giusto riposo.

Le conseguenze di una privazione del sonno

Nonostante la maggior parte dei neogenitori superino indenni questa fase, non c'è dubbio, precisano i ricercatori, che la privazione di sonno posa avere conseguenze anche serie come:
  • aumento degli incidenti;
  • problemi di concentrazione;
  • scarse prestazioni a lavoro e a scuola;
  • aumento di peso;
  • indebolimento del sistema immunitario.

E' importante che le mamme riposino

L'infanzia è un periodo particolarmente impegnativo per i genitori, ma le esigenze di riposo e di impostare sin da subito delle abitudine sane per tutti non si limitano alle prime settimane di vita del bambino:
le mamme dovrebbero privilegiare il riposo anche quando i bambini superano la fase neonatale ed entrano in quella dell'infanzia

precisa Sullivan, che consiglia alle donne di chiedere l'aiuto del partner e i amici e familiari per riuscire a riposare anche durante il giorno, nonché di prendersi del tempo per se stesse e per mettere in pratica tecniche di gestione dello stress.

A un anno di vita le cose migliorano

In effetti sappiamo bene, per esperienza, che i primi mesi sono i più difficili: uno studio apparso sulla rivista Pediatrics ha scoperto che le abitudini del sonno dei bambini vanno lentamente e progressivamente migliorando mese dopo mese e alla fine, quando il bambino ha un anno di età, l'85% dei genitori riesce a dormire interrottamente per tutta la notte.

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