mercoledì 29 luglio 2020

Spegnere il capriccio di un bambino con la tecnica dei 5 "SI" e dei 5 "NO"



I 5 “Sì” e i 5 “No” per aiutare un bambino a superare un capriccio

Gridare a un bambino che sta facendo i capricci o cercare di controllarli a base di
arrabbiature è poco efficace quanto arrabbiarsi con un neonato che si è fatto la pipì addosso. Il bambino che si arrabbia non lo fa per sua volontà, anzi; le strutture cerebrali che permettono di dominare le sue emozioni non sono ancora sufficientemente sviluppate.

Il bambino non è capace di controllare la frustrazione da sé (per quanto i genitori lo sgridino, lo ridicolizzino o lo minaccino). I capricci sono una componente normale e naturale del suo sviluppo. Per questo l’azione dei genitori consiste non nel chiedere al bambino di controllarsi da solo (perché non può), ma nell’aiutarlo a calmarsi, a capire e a superare la sua frustrazione.

Non tutti i bambini fanno i capricci, né in tutti durano la stessa quantità di tempo o si verificano con la stessa frequenza. E non tutti i capricci devono finire col bambino che accetta il rifiuto dei genitori. A volte, se la richiesta è legittima, i genitori possono cedere (il bambino deve anche imparare che lamentele e insistenza a volte hanno il loro premio). Per le situazioni in cui si decide di rimanere saldi in una decisione, bisogna sapere che non ci sono formule magiche per fermare i capricci.
Ci sono però cinque atteggiamenti dei genitori che possono aiutare il bambino a calmarsi, aiutandolo a superare il brutto momento e a imparare ad acquisire il controllo sulle sue emozioni, e altri cinque atteggiamenti che possono provocare esattamente l’effetto contrario. Purtroppo molti genitori ricorrono agli atteggiamenti meno efficaci, facendo sì che il capriccio del bambino acquisti ancora più forza, e finiscono per sentirsi frustrati come il protagonista del capriccio stesso.
Per evitare che succeda anche a voi, ecco i cinque Sì e i cinque No che vi aiuteranno a lavorare con i vostri figli per calmare i loro capricci. Seguendo queste indicazioni eviterete di peggiorare le cose e li aiuterete ad acquisire il controllo delle loro emozioni.
NON prendete il capriccio come qualcosa di personale.
Il figlio è il vostro, ma il suo capriccio no. Non pensate di poter controllare il suo capriccio, perché nella maggior parte dei casi non è così. Un buon obiettivo è che non si senta solo e che si calmi. Richiedere a voi stessi di essere in grado di controllare i capricci di vostro figlio può far aumentare la vostra frustrazione e il problema. Se c’è un modo per risolvere il capriccio, passa sicuramente per il fatto di essere capaci di trasmettere la propria calma al bambino, quindi rimanete tranquilli. Sapere che il problema è del bambino e non nostro in genere aiuta i genitori a prendere le cose con più calma.

SÌ, potete spiegare al bambino il motivo del vostro rifiuto.
In genere non dà grandi risultati, perché il problema non deriva dal fatto che il bambino non capisca la situazione, ma dalla sua difficoltà a dominare le sue emozioni, ma a volte funziona, e se è così è il modo più rapido e tranquillo di porre fine al capriccio, e quindi vale la pena di provarci. Sia voi che vostro figlio vi risparmierete un bel dispiacere.

NON perdete il controllo e non arrabbiatevi con vostro figlio.
Sarebbe poco intelligente pensare di aiutare un bambino piccolo ad acquisire il controllo sulle sue emozioni perdendo quello sulle vostre. Arrabbiarvi non farà altro che spaventare il piccolo, facendo sì che la sua frustrazione aumenti e il capriccio peggiori.

NON afferrate o trattenete il bambino.
Le grida e i calci sono il modo naturale che ha il cervello del bambino per scaricare la tensione emotiva e calmarsi. Se cercate di trattenerlo impedirete questo meccanismo naturale e non farete altro che far frustrare e arrabbiare ancor di più vostro figlio.

SÌ, potete lasciargli spazio e tempo perché si esprima liberamente.
Non bisogna mai ignorarlo; dobbiamo essere presenti, accanto a lui, perché sappia che siamo al suo fianco e che ci importa di come si sente. Il capriccio non è un ricatto, ma un problema del bambino, e anche se cercare di controllarlo o di trattenerlo non funziona dobbiamo rimanere al suo fianco. Voltargli le spalle lo renderà solo più nervoso.

NON assillate il bambino e chiedetegli varie volte di calmarsi.
Se continua ad essere molto arrabbiato probabilmente ha bisogno di più tempo.

NON fatelo vergognare con frasi come “Il signore del negozio ti sta guardando”,
“Quanto è brutto quando ti arrabbi” o “Guarda quanto è tranquillo tuo fratello”. I paragoni aumenteranno solo la frustrazione del bambino.

SÌ, potete riflettere la sua frustrazione e la sua rabbia utilizzando l’empatia.
Frasi come “Ti piaceva molto quel dolce” o “Ti sei arrabbiato molto, vero?” funzionano, perché lo aiutano a sentirsi compreso e a comprendere se stesso. Potete proporre due o tre commenti empatici; non conviene insistere o ripetere queste frasi costantemente, perché il bambino potrebbe sentirsi manipolato, ma se le utilizzate con cautela sono uno degli strumenti migliori per aiutare il bambino a “salire i gradini” che vanno dalla frustrazione alla tranquillità. Io le uso sempre, e i risultati sono da buoni a eccellenti.

SÌ, potete aiutare il bambino a porsi delle alternative.
Al cervello del bambino costa essere flessibile e uscire dal proprio “centro”, e questo fa sì che veda tutto più nero di quello che è realmente. Per questo, ascoltare frasi come “Possiamo comprare il dolce questo fine settimana” o “Ti va che ti porti a cavalluccio?” possono aiutare il bambino a vedere la luce alla fine del tunnel.

SÌ, potete rimanere accanto a lui e permettere che vi si aggrappi alla gamba (se lo desidera), o anche prenderlo in braccio quando si è calmato un po’ e sempre che voglia o accetti che lo abbracciate. A volte i bambini più capricciosi chiedono che i genitori li prendano in braccio e i genitori negano l’abbraccio pensando che sia un altro capriccio o che non se lo meritano finché non stanno più calmi. L’abbraccio, però, è una richiesta di aiuto per cercare di ricollegare i fili che il capriccio ha fatto andare in corto circuito, e abbracciare il bambino, se questi lo chiede o lo permette, è estremamente utile (di fatto la maggior parte dei capricci dei miei figli finisce in genere con un abbraccio).
Spero che la prossima volta che i vostri figli si metteranno a fare i capricci anziché perdere la calma vi ricordiate di questi spunti e che questo vi aiuti a recuperare il controllo. Se vi risultano di aiuto (sicuramente sì), condividete questo post perché molti altri bambini si sentano compresi.

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