mercoledì 4 agosto 2021

Come aiutare il tuo bambino a dormire (senza piangere) in otto passi


 


La nascita di un bimbo è uno dei momenti più belli e toccanti della vita. Gioia, entusiasmo, emozione, amore allo stato puro. Un momento indimenticabile.



Avere un figlio è anche un grande cambiamento, una grande sfida per ognuno nel trovare il giusto equilibrio tra esigenze di tutti i membri della famiglia.

Forse proprio il sonno è uno dei temi più complessi da affrontare quando si parla di neonati e bambini. 

Come fare a trovare il giusto equilibrio? Con amore, pazienza, un pizzico di scienza ma anche favoir-faire.

Lo consiglia Alvaro Bilbao, autore del libro "Tutti a letto! Come aiutare il tuo bambino a dormire senza piangere", Salani Editore. Lo psicologo e padre spiega come comportarsi, partendo da alcune premesse.



Premessa 1 - Non ci sono due cervelli uguali

I bimbi sono tutti diversi, le persone sono tutte diverse. "All'inizio di ogni corso di neuroscienze ci viene insegnato che non esistono due cervelli umani uguali" spiega Bilbao. 

Siamo unici e irripetibili. Questo fa sì che ci siano neonati che piangono a dirotto e altri che non fanno un verso. Ciò vale anche per il sonno. Non c'è niente di più frustrante per un genitore non aver dormito per notti intere e sentire amici vantarsi dei propri figli che crollano lunghi e tirati fino al mattino dopo.

Ricordati quindi: "Per quanto riguarda il sonno e il modo per aiutare tuo figlio ad addormentarsi è molto importante ricordare che non esistono due bambini uguali. Ciò significa che quello che ha funzionato per me e per tanti altri genitori potrebbe non avere efficacia con tuo figlio".

Nel libro lo psicologo illustra alcune strategie, ma ribadisce il fatto che non sono rigide, ma vanno adattate a ogni bambino. Ci vuole teoria, flessibilità, pazienza, amore e un po' di pratica.



Premessa 2 - I bambini non li si addormenta

Per questo l'autore parla di come aiutare il bambino a dormire e non spiega ai genitori come addormentare i figli. La differenza? 

Addormentarsi è un evento fisiologico personale. Nessuno può farlo per conto di qualcun altro. Le uniche categorie di persone che possono usare il verbo addormentare nella forma transitiva sono gli ipnotizzatori e gli anestesisti. Non i genitori. Possono semplicemente aiutare i figli, a volte, a prendere sonno. 

Non si può addormentare un bimbo schioccando le dita o con la bacchetta magica. Tu, genitore, puoi solo aiutarlo a rilassarsi e a prendere sonno da solo.


Perché i bimbi si svegliano di notte?


La fasi del sonno si ripetono più volte in una notte, formando dei cicli. Le fasi sono più lunghe negli adulti e si susseguono in modo ininterrotto. 

Nei bimbi piccoli però no. Sono più brevi e spesso alla fine di questi cicli il piccolo avverte una necessità e si sveglia. Un po' come capita a noi quando ci svegliamo per dover andare in bagno.

Non tutti i passaggi da un ciclo all'altro implicano un risveglio.




8 passi per aiutare il bambino ad addormentarsi (da uno a due anni circa)

Di solito prima dei sei mesi le madri non si preoccupano di cercare un sistema per aiutare i figli a dormire. I piccoli infatti si addormentano dopo le poppate e i risvegli notturni sono inevitabili. A partire dai sei mesi molti bimbi iniziano ad adattarsi agli orari di mamma e papà e a sviluppare una specie di routine del sonno. Questo può indurre a pensare di introdurre una routine che possa favorire il sonno notturno.


A sei mesi può essere il momento giusto per iniziare, mantenendo però la consuetudine di allattarlo a richiesta (se si sta allattando al seno) e di consolarlo ogni volta che piange


Puoi aiutarlo ad addormentarsi da solo nella stessa stanza in cui l'ha fatto fin'ora. Lo psicologo sconsiglia di intraprendere insieme un altro cambiamento radicale, come spostarlo nella sua cameretta. "In certe fasi della vita del bambino è meglio non introdurre un cambiamento di questo genere" spiega Bilbao.


Sconsiglia anche di spostarlo nella cameretta quando sono in atto altri cambiamenti, come la nascita di un fratellino, se è in fase di "ansia da separazione", se vi state trasferendo, sta cambiando scuola, baby-sitter o sono in atto altre situazioni "stressanti". Anche se tu e il tuo partner in quel momento non vi sentite pronti. Il modo migliore per aiutare il bambino al cambiamento, è introdurne uno alla volta.


PASSO 1: prepara il bimbo a un sonno gratificante

Dormire bene la notte? Dipende anche dal giorno. "E' chiaramente dimostrato che il cervello del bambino, a mano a mano che si sviluppa, è in grado di mantenere l'attenzione per periodi di tempo sempre più lunghi durante il giorno. Questo, a sua volta, gli consente di riposare meglio la notte" spiega Bilbao. Per questo è importante proporre al bimbo che sta crescendo un graduale aumento del ritmo di attività di giorno. Senza esagerare, per non sovraeccitarlo. Al contrario se passa la giornata nella culla o addormentato nel passeggino avrà difficoltà a dormire di notte.

Che cosa si può fare?

svegliarsi e giocare con la mamma

qualche gioco disteso sul tappeto

guardare le foto appese alle pareti

sfogliare un libro illustrato

cantare delle canzoncine

uscire a passeggio per fare la spesa

fare un sonnellino dopo essere stati al supermercato

andare dai nonni

fare una passeggiata nel primo pomeriggio

andare a prendere a scuola i fratellini

andare al parco

andare a trovare papà in negozio

giocare con i fratelli

coccole

bagnetto


Non bisogna fare tutto questo in una giornata, ma sono solo alcune semplici cose che possono aiutarlo a mantenere l'attenzione sempre più a lungo.

Sempre meglio evitare la sovrastimolazione e non esporto a tablet o tv. Il bimbo non deve essere necessariamente attivo, devo solo condurre delle attività normali.

Altra cosa che si può offrire in abbondanza? Affetto, contatto fisico e momenti di intimità madre-figlio, padre-figlio. Così si sentirà sicuro e amato. Per esempio puoi provare con il babywearing, facendo dei massaggi, prendendoti cura di lui, parlando, facendo dei giochini che aiutano ad acquisire fiducia, come il classico bu bu settete.


PASSO 2: prepara la stanza. Tutto nello stesso posto

Può capitare che quando un bimbo sta per addormentarsi possa essere distratto da una luce, un rumore, un cambiamento. Per questo è importante che tutte le cose che ti servono siano già nella stanza con lui, come:

culla o lettino

fasciatoio

poltrona o sedia a dondolo (per allattarlo o per leggergli una fiaba)

una fonte di cibo

bavaglino

body di ricambio

pannolino e salviette (in caso di imprevisti!)

acqua e cremine

termometro (se non si addormenta perché ha la febbre?)

un libro di fiabe

un pupazzo di stoffa (da mettere nel lettino solo se ha superato i sei mesi, per evitare la Sids)


Inoltre, la sicurezza prima di tutto. Quindi il bimbo dovrà:

dormire a pancia in su

avere le sponde del letto rialzate

avere lontane le corde delle tende per evitare il soffocamento

nessuna presa elettrica a portata di mano

un interfono se ti sposti in un'altra stanza

La temperatura della cameretta deve essere inoltre di notte tra i 18 e i 20 °C.


Altro aspetto importante: il buio. Non è necessaria l'oscurità totale, ma è preferibile una luce soffusa. E il pupazzo di stoffa? Molti esperti suggeriscono di darlo al bimbo per rilassarsi la sera, prima di addormentarsi o nel caso si svegliasse la notte o al mattino presto. L'importante è non introdurlo troppo presto, per scongiurare il pericolo della morte in culla.


PASSO 3: aspetta il momento giusto

La cosa migliore è cominciare ad aiutare tuo figlio ad addormentarsi da solo alla stessa ora in cui di solito si addormenta. Basta compilare una semplice tabella di una settimana, scrivendo su ogni giorno l'orario in cui si è addormentato e facendo poi la media.

Inoltre puoi fare anche una tabella nella quale scrivi l'ora in cui di solito si addormenta e accanto l'ora in cui comincerete il rituale della nanna (bagnetto, fiaba, pigiama). Il consiglio è di iniziare una trentina di minuti prima rispetto all'ora di sonno abituale.

Questa regola vale sempre? No. Ci sono delle occasione in cui il bimbo può essere sovraeccitato (il ritorno a casa del papà, il cartone animato che ha appena visto - anche se non dovrebbe prima di andare a nanna). In questo caso, cercare di addormentarlo a tutti i costi potrà risultare frustrante. Se ti trovi in braccio un bimbo che piuttosto che addormentarsi farebbe festa, meglio portarlo in un'altra stanza (non la camera da letto) e cercare di smorzare l'agitazione.

"E' importante evitare di dare inizio al rilassamento in camera da letto, perché se il bambino è molto contento ed eccitato e ha già interiorizzato che quella è la stanza da letto, capirà che stai cercando di 'rovinargli la festa' e probabilmente farà resistenza e si arrabbierà, agitandosi ancora di più" spiega lo psicologo.

Meglio anche non calmarlo dove c'è il suo lettino, perché vogliamo che per lui quel luogo sia di tranquillità. Possiamo aiutarlo a ritrovare la calma rimanendo con lui (senza tv o apparecchi elettronici!) e con luce soffusa, fino a quando il suo cervello non si sarà rilassato e sarà pronto per lo step successivo.


PASSO 4: Fai il pieno di calma prima di cominciare

Un atteggiamento calmo e fiducioso in chi ha autorità trasmette calma e fiducia in chi dipende da quella persona. 


Bisogna essere calmi e tranquilli. Sicuri di quello che si sta facendo. Prima di entrare nella stanza di uno dei figli, lo psicologo Bilbao si è sempre preso un momento per rilassarsi e per visualizzarsi in pace. Anche se teneva in braccio un bimbo urlante.

Che cosa puoi fare tu? 

Semplicemente fermati un attimo, respira e dimentica tutto il resto.


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