mercoledì 25 maggio 2022

Il neonato piange quando la mamma si siede? Ecco spiegato il perché.





Quante volte ti è capitato di avere il tuo neonato tra le braccia, finalmente addormentato dopo mille ninne nanne e chilometri macinati in casa e sederti per un solo istante di riposo?

Sicuramente tante volte, le stesse per le quali il piccolo ti ha costretto ad alzarti immediatamente. 


La domanda a questo punto è sempre la stessa: perché il bambino piange quando ti siedi? La risposta non è perchè vuole farti un dispetto o ti odia o perché non sei un bravo genitore. 

C’è una ragione scientifica ben precisa per quest’atteggiamento, da ricercare nella natura stessa dell’essere umano in quanto mammifero. Una motivazione ancestrale, innata, che ha caratterizzato l’evoluzione stessa dell’uomo.


Il pianto del bambino

L’unico modo con cui comunica un bimbo appena nato è il pianto. Il pianto del neonato è sempre diverso: c’è quello che indica un dolore, quello per quando ha fame, uno dedicato alle coccole o per attirare l’attenzione, ma tutti hanno un comune denominatore ovvero la sopravvivenza.


Infatti, una ricerca scientifica pubblicata da Current Biology ha provato a dare una spiegazione al perché un neonato piange non appena la mamma si siede e si ferma.


Gli studiosi hanno dimostrato che nel momento in cui riprende a camminare, il lamento del piccolo si riduce, i movimenti involontari del suo corpicino diminuiscono e anche la sua frequenza cardiaca rallenta e il bimbo si sente al sicuro e più sereno.


Il motivo è antico, risale a quando l’uomo doveva proteggersi dai predatori fuggendo e spostandosi. Per questo, stare in braccio, per un neonato non è un vizio o un capriccio, ma un modo per sentirsi tranquillo, perchè sa che spostandosi non sarà attaccato dai predatori e la sua vita sarà salva.


Sente di più la protezione dei genitori se sono in movimento e quindi pronti a scappare dai pericoli, meglio ancora se si trova tra le braccia della mamma, capace di offrire anche del cibo in qualsiasi momento. Questo avviene, secondo lo studio, in tutti i bimbi che hanno meno di sei mesi di vita.


Pianto inconsolabile del neonato

L’importanza di quest’analisi effettuata serve ad aiutare la mamma e il papà a capire meglio il loro bambino e il suo pianto. In questo modo possono provare a calmarlo prendendolo tra le braccia e facendolo sentire al sicuro.

Al bando, quindi, tutti i metodi che indicano di lasciare il piccolo solo e disperato nella sua culletta, così da ridurre anche lo stress dei genitori.


Infatti, il pianto del neonato inconsolabile, spesso, è una delle cause capace di scatenare la rabbia dei genitori che cercano di calmare il proprio bambino scuotendolo o picchiandolo, rovinando per sempre la sua infanzia.



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