giovedì 19 maggio 2022

Tommaso ucciso da un'auto all'asilo. La mamma: «Ho provato a fermarla con le mani». Il giallo del freno a mano


 


«Mi sono vista passare la macchina davanti, ho provato a fermarla anche con le mani ma non ci sono riuscita. 



E l'auto ha colpito i bambini rompendo la recinzione». Non si dà pace la donna che aveva parcheggiato a pochi metri dalla scuola la Passat che ha sfondato il cancello dell'asilo 'Primo maggio all'Aquila, travolgendo i bambini che giocavano in giardino. Una tragedia costata la vita al piccolo Tommaso, 4 anni, mentre altri cinque sono rimasti feriti anche se, fortunatamente, non corrono pericoli di vita. Un racconto, quello della donna, che dovrà essere ora verificato dagli investigatori e dagli inquirenti che stanno lavorando da ieri senza sosta per dare prima possibile una risposta ad una tragedia apparentemente inspiegabile, che ha sconvolto L'Aquila.



Stamattina, davanti all'asilo nella frazione di Pile, decine di cittadini hanno lasciato fiori, piccoli giocattoli e pupazzi di pelouche per il piccolo Tommaso. Ma l'incidente ha commosso l'Italia intera e ha gettato nella disperazione e nella sofferenza più totali la famiglia del bimbo ma anche quella della donna che era alla guida dell'auto. Lei e anche suo figlio dodicenne che si trovava nella Passat e che, secondo alcune testimonianze, subito dopo l'incidente avrebbe detto in lacrime «l'ho ucciso io, l'ho ucciso io».



Altri, invece, avrebbero riferito di aver visto il ragazzino al posto di guida tentare di muovere il volante della Passat mentre si avvicinava all'asilo. Versioni che la madre non conferma. Anzi. «Mio figlio - dice la donna all'ANSA - durante la corsa ha cercato di uscire dalla macchina sbattendo la testa dentro l'abitacolo. Io e tutta la mia famiglia non riusciamo a darci pace, questa tragedia ci segnerà per la vita. Siamo sconvolti, addolorati». La donna che oggi per la prima volta ha parlato con il suo avvocato Francesco Valentini e sarà ascoltata dal pm Stefano Gallo nei prossimi giorni, chiede scusa: «Le mie figlie hanno visto le drammatiche scene e sono sotto shock: siamo distrutti e addolorati, chiediamo e chiederemo ancora scusa alla famiglia del povero Tommaso e dei bambini feriti». Nonostante lo stato di choc, la conducente della Passat, che chissà per quante volte ha ripetuto negli anni gli stessi movimenti per riprendere i figli in quell'asilo, tenta anche di ricordare: «Ho parcheggiato la macchina in pianura, ho inserito la marcia, non mi ricordo di aver inserito il freno a mano».



Proprio il freno a mano che nella Passat del 2010 è elettronico, sarà al centro della perizia affidata dalla Procura della Repubblica: bisognerà chiarire se l'auto si è mossa imboccando la discesa per la negligenza della donna o per un guasto. O, ancora, per l'intervento del 12enne lasciato a bordo e che la scorsa notte è stato sentito alla presenza di una psicologa, ricordando poco o nulla. A proposito di sostegno psicologico, martedì i bambini della scuola dell'infanzia Primo Maggio torneranno a scuola in un'altra struttura assisti da un gruppo di psicologici, come annuncia il sindaco, Pierluigi Biondi. Le indagini, condotte dalla Squadra mobile dell'Aquila guidata dal dirigente Danilo Di Laura non si fermano: secondo quanto si è appreso, l'inchiesta si potrebbe allagare e vedere altri indagati.



Si stanno facendo accertamenti sulla questione della sicurezza all'esterno dell'asilo e negli spazi circostanti tesi a chiarire se le macchine potessero parcheggiare e se è a norma e sufficiente la recinzione nel giardino. Tutto ciò mentre l'avvocato Valentini, anticipando la battaglia in Tribunale, spiega: «Tutta la famiglia, non solo la signora, è a dir poco addolorata, sconvolta. È una tragedia nella tragedia. È una colpa ma anche circostanze sfortunate e fortuite per una donna che ogni giorno faceva questi movimenti».

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