Dopo il caso di Archie, la vita di un altro bambino, un neonato di 4 mesi, è stata decisa dalla magistratura inglese.
I medici dell'ospedale London Hospital Trust hanno stabilito che il bimbo fosse morto, in conseguenza di gravissime lesioni al cervello, ma il piccolo ha iniziato a respirare ed i genitori hanno chiesto di rivedere la decisione dei medici, che hanno chiesto all'Alta Corte di pronunciarsi sulla validità ed il prosieguo delle terapie che lo tengono in vita. Il lavoro svolto dal personale dell'ospedale londinese è stato messo in dubbio dai genitori del piccolo, così i vertici del nosocomio hanno chiesto ad un giudice di considerare il caso.
Secondi i legali che rappresentano il Guy's e il St Thomas' NHS Foundation Trust, i test condotti dai medici sul piccolo paziente hanno rilevato che il neonato avesse subito una grave lesione cerebrale, constatandone la morte nel tronco cerebrale, che equivale ad una dichiarazione di decesso. Successivamente però sono tornati in tribunale perché un'infermiera aveva notato che il bimbo stava cercando di respirare, una settimana dopo l'esito negativo dei test; allora gli specialisti hanno revocato «l'accertamento clinico della morte», chiedendo al giudice di decidere quale fosse la procedura da seguire.
Ed il giudice Hayden ha stabilito che la ventilazione dovesse essere sospesa e che al neonato fossero fornite solo cure palliative. «Mi dispiace tanto, ma le cure prolungano la morte, piuttosto che promuovere la vita», ha detto il giudice al termine della lettura della sentenza, rivolgendosi ai genitori del piccolo, una famiglia di origine bengalese, che vogliono che il respiratore artificiale non venga staccato, perché convinti del piccolo miracolo di loro figlio, che ha iniziato a respirare.
Il giudice Hayden è lo stesso magistrato che lo scorso luglio ha deciso di interrompere le cure vitali di Archie, il ragazzino di 12 anni che ha subito danni cerebrali in un incidente a casa, forse per un gioco finito in tragedia sui social. Archie Battersbee è morto dopo che sua madre, Hollie Dance, e suo padre Paul hanno portato il caso in tribunale, ma la sentenza ha posto fine alle loro speranze.
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