martedì 6 giugno 2023

Giulia Tramontano, Impagnatiello ai giudici: «L'ho uccisa senza motivo». Per i pm voleva colpire anche l'amante


 


Continua a far parlare e a sconvolgere il Paese la storia di Giulia Tramontano, la ragazza di 29 anni incinta uccisa a Senago, nel milanese, e per il cui omicidio è attualmente in carcere il fidanzato Alessandro Impagnatiello



Un omicidio senza un apparente motivo, almeno stando a quanto detto dal giovane stesso al giudice, come ricostruisce oggi il Corriere della Sera.



«Quando ho deciso di ucciderla non c'era né ira né rabbia né desiderio di vendetta», avrebbe detto Impagnatiello in un verbale piuttosto freddo, in cui confessa come ha ucciso la ragazza e il piccolo Thiago che portava in grembo e che sarebbe nato tra due mesi. Impagnatiello è accusato di omicidio volontario aggravato, procurato aborto e occultamento di cadavere e rischia l'ergastolo.



«L'ho deciso senza motivazioni - ha detto ai pm - ci sto pensando costantemente. La situazione era per me, mi passi il termine, stressante. Questa è l'unica cosa che posso dire, ma non c'era un reale motivo». Inizialmente aveva detto che Giulia, durante una lite, aveva iniziato a compiere atti di autolesionismo con il coltello ad un braccio, poi corregge il tiro: «Non si è pugnalata, ho preso io il coltello e ho proseguito». Successivamente «il coltello l'ho lavato e l'ho rimesso su un ceppo sopra il forno della cucina».



E ancora: «Ho spostato il cadavere dalla sala alla vasca da bagno, poi scendendo le scale verso il box, poi alla cantina e nuovamente al box. Ho trascinato il corpo lungo le scale. Cantina e box si trovano sullo stesso piano, non ci sono ostacoli che li separano». Lì il cadavere, secondo il medico legale, sarebbe rimasto per 48 ore. «Si tratta di una via vicina a casa nostra che percorrevamo abitualmente, c'è una sequenza di box esterni singoli uno attaccato all'altro. Dopo una serie di box c'è un'interruzione, in quello spazio vuoto ci sono erbe alte. Lì ho lasciato il cadavere».



Giulia poteva non essere l'unica vittima. Secondo gli investigatori, Impagnatiello avrebbe infatti ucciso anche l'amante, la ragazza italo-inglese di 23 anni con cui aveva una relazione da mesi, se quest'ultima non avesse saggiamente scelto di non farlo entrare in casa quando, dopo aver ucciso Giulia, le chiedeva insistentemente di vedersi. Sono proprio le parole dell'amante a far decidere ai magistrati di concentrarsi su Impagnatiello: la giovane racconta di una videochiamata tra i due la sera della scomparsa della 29enne. «Lui era evasivo, agitato e sudato. Gli ho chiesto dove fosse Giulia, lui mi disse che stava dormendo, poi che era da un'amica». Mezz'ora dopo, racconta ancora il Corriere, il barman va a casa della ragazza ma lei non lo fa entrare: una decisione che le ha probabilmente salvato la vita.

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