Indi Gregory, la neonata di 8 mesi nata con una gravissima malattia, nonostante siano state avviate le procedure per il distacco dei macchinari di sostegno vitale è ancora in vita.
Il distacco dei macchinari prevede una procedura per accompagnare gradualmente alla morte la piccola, che potrebbe restare in vita per ore o per qualche giorno in base a come risponderà il suo organismo. Per Indi e per la sua famiglia ha pregato anche il Papa, ha fatto sapere il direttore della Sala Stampa della Santa Sede Bruni. E in queste ore il papà manifesta tutto il suo dolore per il calvario della piccola sostenendo che si tratta di una lunga agonia: «Il suo cuoricino può reggere ancora per giorni».
Ieri dopo l'estubazione Indi Gregory ha smesso di respirare. Poi la piccola guerriera si è ripresa e sta lottando, assistita con amore e coraggio da mamma e papà. Durante la notte ha avuto stress e affaticamento.
I genitori vorrebbero soluzioni diverse: «Preghiamo e lavoriamo». Lo comunica in un tweet l'avvocato Simone Pillon, del team legale della famiglia Gregory.
L'infettivologo Matteo Bassetti prende posizione sul caso della piccola Info Gregori, sostenendo che «levare la speranza è come ucciderla due volte».
Matteo Bassetti ha spiegato in video pubblicato su X il suo punto di vista sulla vicenda della piccola Indi e sulla negata possibilità di cura, seppur sperimentale, all'ospedale Bambino Gesù di Roma: «Rispetto alle vicende simili del passto, qui si era offerto l'ospedale Bambino Gesù di Roma per provare una cura sperimentale - ha detto Bassetti -, una cura compassionevole, anche se nessuno sapeva a cosa si andava incontro. Però, questa contrapposizione del potere giuridico contro il potere medico non aiuta nessuno. Siamo di fronte a una patologia grave, ma levare la speranza ai genitori di poter tentare un'ultima carta significa ucciderla due volte. La magistratura, il potere giuridico, non deve entrare mai in quelle che sono logiche di etica e di medicina e di scienza».
Indi Gregory «per il momento è sopravvissuta all'estubazione e respira con la mascherina. Il protocollo prevede che la fornitura di ossigeno sia a tempo determinato - scrive in un tweet l'avvocato Simone Pillon, del team legale della famiglia Gregory -. Prevede anche la sospensione delle cure e il divieto di rianimazione in caso di crisi. Seguiamo con apprensione".
La battaglia legale, politica e di principi contrapposti consumatasi sulla sua testa - a cavallo fra Regno Unito e Italia - è finita, per Indi Gregory comincia l'ultimo viaggio di un'esistenza comunque troppo breve. A mettere un punto fermo sul destino della neonata inglese di 8 mesi, affetta da una patologia mitocondriale gravissima, decretata come terminale dai medici del Queen's Medical Centre di Nottingham e dai giudici britannici, è stato il distacco dai principali dispositivi vitali, più volte annunciato e rinviato. Distacco eseguito alla fine sotto scorta di polizia in un hospice locale, come imposto dalle corti del Regno alla famiglia, a partire dall'interruzione della ventilazione assistita e dall'aggancio a strumenti alternativi che dovrebbero garantire alla piccola di non soffrire, mentre le verranno somministrati i farmaci palliativi incaricati d'accompagnarla "gradualmente" verso la morte.
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