domenica 10 novembre 2019

Ciuccio sì o no? I pro e i contro

Molte neomamme si pongono questa domanda: ciuccio sì o no? Per rispondere all'annosa questione, analizzeremo
i pro e i contro dell'utilizzo del ciuccio e scopriremo insieme se e quando è bene offrirlo al nostro bambino.
Ciuccio sì o no? Questo è il dilemma! Tutte le mamme sanno quanto possa essere utile: succhiare il ciuccio calma automaticamente il bambino, si tratta di un meccanismo naturale per lui. Già nella pancia il feto mostra l'istinto di suzione, capita che si succhi il pollice, ed è quello stesso istinto, poi a spingerlo ad attaccarsi al seno materno o al biberon.

L'atto della suzione è altamente gratificante per il neonato, sia da un punto di vista fisico che psicologico, lo aiuta a sentirsi più protetto e a non soffrire la solitudine. Bisogna però fare molta attenzione a non abusarne e a non prolungarne troppo l'utilizzo. Se per alcuni ortodontisti il ciuccio potrebbe creare problemi ai denti, per i neuropsichiatri infantili, invece, il reale danno sarebbe di natura psicologica. Dove sta la verità in questo dibattito? Dobbiamo dire sì o no al ciuccio?

Ciuccio sì: ecco tutti i pro!

Ci sono diverse motivazioni per dire di sì al ciuccio, al di là della più ovvia - ossia la sua capacità indiscussa di aiutare il bambino a calmarsi e ad addormentarsi con più facilità, soprattutto in casi di coliche. Tuttavia, il ciuccio può avere funzioni ancora più valide: può, ad esempio, proteggere il bebè dal rischio della morte in culla, dopo il primo mese di vita.

Sarebbe meglio infatti cominciare a utilizzare il ciuccio dalle 4 settimane in poi, quando ormai la fase dell'allattamento è ben avviata e l'utilizzo del ciuccio non può più interferire con l'apprendimento delle modalità di suzione al seno. In questi casi, anzi, il ciuccio risulta utile per evitare che il neonato cerchi costantemente la mammella.

bambini nati prematuramente, inoltre, potranno trarre dal ciuccio un ulteriore vantaggio: li aiuterà a favorire un'alimentazione autonoma. La suzione del ciuccio sarà infatti una sorta di "scuola" per apprendere a succhiare e deglutire e quindi a cibarsi del latte materno quando ancora non sono capaci di attaccarsi al seno e vengono alimentati col sondino. Infine, in terapia intensiva, il ciuccio viene utilizzato come una sorta di analgesico.

Ciuccio no: ecco tutti i contro!

Quali sono invece le ragioni per dire no al ciuccio? Prima di tutto si deve fare attenzione che la suzione del ciuccio non diventi un vizio per il bambino, una vera e propria dipendenza: il bambino deve essere in grado di tranquillizzarsi anche senza bisogno del ciuccio. Se questo strumento diventa indispensabile significa che c'è in effetti un problema. Bisognerebbe, di conseguenza evitare di abusarne: l'ideale sarebbe togliere il ciuccio al bambino dopo un anno di vita.

Stando a quanto sostenuto da molti medici, anche se il meccanismo non è stato ancora bene spiegato, il ciuccio porterebbe all'insorgere di otiti, probabilmente dovute al reflusso di secrezioni nasofaringee nella tuba di Eustachio, causato dalla suzione. Gli odontoiatri, inoltre, sostengono che la suzione prolungata possa portare problemi di disallineamento dei dentini, mentre - a differenza di quanto spesso si dice - non crea problemi se usato nei primi mesi di vita.

Se, al contrario, il ciuccio viene usato oltre i tre anni (da considerare una sorta di "scadenza" massima per il suo utilizzo) potrebbero in effetti verificarsi problemi seri allo sviluppo della mascella e dei denti, con possibili malocclusioni dovute al fatto che la suzione porta in avanti il mascellare superiore.

Ulteriori danni causati dal ciuccio, se usato a oltranza, sono lo svilupparsi di una cattiva deglutizione con problemi di respirazione annessi, pericolosi per la salute del bambino. Se invece lo si utilizza nel primo mese di vita, può portare infezioni a livello gastrointestinale.

Allora, in definitiva... ciuccio sì o no?

Insomma, avrai capito bene che - come in tutte le cose - l'importante è non eccedere e agire con cognizione di causa. Va benissimo ricorre al ciuccio in situazioni di difficoltà (ad esempio se il bimbo non riesce ad addormentarsi); ma non deve diventare una specie di "tappo" da infilargli in bocca ogni volta che piange! Questo lo porterebbe a sviluppare una vera e propria dipendenza e generare dei traumi a livello psicologico. Sarà bene quindi chiedersi, di volta in volta, perché il bambino piangere e cercare di risolvere la situazione senza ricorrere immediatamente al ciuccio.

Molti pediatri sostengono che sia meglio lasciare che il bambino, piuttosto, si succhi il pollice. Si tratta infatti di una gratificazione che è capace di offrirsi da solo e finisce con l'utilizzarlo solo quando effettivamente gli serve, senza implicare rapporti di dipendenza psichica col genitore che gestisce l'oggetto-ciuccio e di cui spesso il bambino cerca solo di richiamare l'attenzione.

Diciamo quindi sì all'utilizzo del ciuccio, ma in maniera limitata. Qualsiasi utilizzo prolungato e costante ha effettivamente - come abbiamo elencato nei contro - delle conseguenze negative sulla salute del bambino, lo sviluppo dei denti e del palato. Sarà inoltre necessario scegliere sempre un ciuccio adeguato, meglio se in silicone durante i primi mesi di vita e in caucciù quando vengono fuori i dentini perché è più resistente.

E ricorda, tra i due e i tre anni è sempre bene togliergli il ciuccio. A volte il bambino lo farà in maniera spontanea, altre invece avrà bisogno di essere guidato, ma l'importante è che non si tratti di una interruzione improvvisa, ma graduale.

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