domenica 10 novembre 2019

Parto: i tipi, le fasi, e i consigli su come affrontare il dolore


Il parto naturale, il parto cesareo, l'analgesia per affrontare il dolore e tutte le fasi del travaglio. Scopri tutto quello
che c'è da sapere sul momento culminante della gravidanza
Il parto è un'esperienza straordinaria nella vita di ogni donna. La nascita di un bambino è un momento irripetibile che porta con sé gioia e stupore, ma anche molte paure e dolore. Quali sono i principali tipi di parto? E quali sono le varie fasi di questo evento eccezionale? Come affrontare e superare il dolore di quel momento con l'aiuto della scienza? Scopri tutto quello che c'è da sapere sul parto.

Il parto naturale

Il parto naturale è la nascita fisiologica del bambino senza alcun intervento medico di tipo chirurgico o farmacologico. Alla fine dei nove mesi di gravidanza, si cominciano a manifestare dei fenomeni che annunciano la nascita del bambino. Si verifica la rottura delle acque e si presentano le prime contrazioni: l'utero comincia cioè a dilatarsi per preparare il canale del parto attraverso il quale passerà il bambino. I momenti che vanno dalle prime contrazioni alla fase espulsiva del bambino vengono denominati travaglio, che prevede 4 fasi diverse. Alle contrazioni e alla fase attiva del travaglio succede la fase espulsiva, che è la nascita vera e propria, e infine il secondamento, la fase finale che prevede l'espulsione della placenta e delle membrane che collegavano l'utero al sacco amniotico del bambino. Un parto naturale, come dice la parola stessa, non prevede alcun intervento chirurgico, ma spesso anche il parto fisiologico viene aiutato farmacologicamente: se per esempio le contrazioni non arrivano, il parto viene indotto perché comunque il momento è arrivato. Oppure, nel corso del parto naturale, se la dilatazione dell'utero non è sufficiente, si pratica l'episiotomia, un taglio nel perineo che facilita l'uscita del bambino.


Il parto cesareo

Il parto cesareo è un vero e proprio intervento chirurgico, che a volte è inevitabile. Ci sono spesso delle condizioni nella gravidanza che spingono a far nascere il bambino anestetizzando la madre e operando un taglio chirurgico sul ventre. A volte si opta per un taglio cesareo per salvaguardare la salute della madre o del bambino, o in conseguenza di alcune condizioni particolari, come un parto podalico o un parto gemellare. Spesso i gemelli si presentano in posizione podalica, o in posizioni alternate, rendendo molto difficile una nascita fisiologica. Lo stesso accade con i parti plurigemellari, che sono spesso risolti con un taglio cesareo, soprattutto se la madre risulta affaticata. Gli ospedali sono spesso criticati per ricorrere troppo spesso al parto cesareo, anche quando non ce n'è davvero bisogno. L'importante, in questi casi, è informare bene la futura mamma sui rischi e i vantaggi di ciascun tipo di parto, e quando è possibile, lasciarla scegliere liberamente.

Parto naturale o parto cesareo: i consigli su come scegliere

Non sempre è possibile scegliere, naturalmente, ma tutte le future mamme devono essere informate sui vantaggi e gli svantaggi dei due principali tipi di parto. Questo vale ovviamente quando non c'è un caso di parto prematuro, con il bambino che nasce prima della scadenza dei nove mesi.

I dolori del parto e i metodi per affrontarli

Il parto è un'esperienza dolorosa, inutile negarlo. Sia il parto naturale che il parto cesareo presentano dei momenti dolorosi nel decorso del travaglio oppure nel post-operatorio, momenti che hanno conseguenze che possono protrarsi anche dopo la nascita, nella cosiddetta fase del puerperio in cui la madre torna alla sua normalità fisiologica, con il ritorno del ciclo mestruale. Ci sono diversi metodi per affrontare il dolore del parto naturale, e il principale e più usato è sicuramente l'anestesia epidurale, una puntura al livello spinale che addormenta il piccolo bacino della madre, impedendole di sentire alcun dolore durante la fase espulsiva. Ci sono però delle alternative all'epidurale, e alcuni ospedali stanno cominciando ad adottarle anche in Italia. Stiamo parlando soprattutto del gas esilarante, una novità nel mondo dell'analgesia per il parto: è un gas che si inala durante il travaglio, che stimola la produzione di ormoni che danno sollievo al corpo della madre, eliminando i dolori. Altri metodi, meno diffusi, sono i massaggi e l'agopuntura. Da non sottovalutare, anche come metodo per partorire in casa qualora lo si desideri, il parto in acqua: proprio questo liquido così familiare allevia i dolori del parto e permette una maggior libertà di movimento, spesso impedita nei reparti maternità. Il parto in acqua è possibile anche negli ospedali attrezzati di piscine specializzate, e sta diventando una valida alternativa al classico parto naturale.

Dopo il parto: che cosa succede? Cosa fare?

Il parto si è concluso, è andato tutto bene. Una nuova vita comincia per il bambino e per la madre. Che cosa succede adesso? Oltre alla crescita del bambino, la mamma torna alla sua normalità fisiologica durante la fase detta puerperio, che va dalle due ore dopo il parto al ritorno del ciclo mestruale. Il post parto è una fase molto sensibile, piena di gioie ma anche di disagi fisici e psicologici, da tenere sotto controllo con serenità ed equilibrio. Tornare a casa può essere un momento tanto atteso, ma anche temuto. La cosa importante che una mamma deve sapere è che non è sola: c'è il compagno, la famiglia, gli specialisti dal ginecologo al pediatra, fino allo psicologo, pronti a prendersi cura dei problemi che potranno sopraggiungere.

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