venerdì 28 febbraio 2020

I figli non sono tutti uguali: esiste il figlio prediletto


Dire di preferire un figlio rispetto a un altro sembrerebbe incredibile, eppure è così per quasi tutti i genitori.
Secondo quanto sostiene una ricerca californiana, infatti, sette genitori su dieci privilegiano un figlio sugli altri.

Il figlio preferito? In genere è il più grande. Lo sostiene una ricerca americana sdoganando di fatto un tabù ancestrale dei genitori: ovvero è possibile amare di più un figlio rispetto ad un altro. Insomma, alla domanda: hai un figlio preferito? Ogni genitore risponderebbe in modo secco: no! Ma siamo certi che stia dicendo il vero? Infatti, la ricerca californiana conferma: il 70% dei genitori ha delle preferenze.

I figli sono tutti uguali solo sulla carta
Sono più di uno gli studi condotti sui genitori a riprova dei sentimenti diversi nei confronti dei figli. Il bene provato non è diverso in termini di quantità è semplicemente un bene di tipo diverso ed è tale nel rispetto del proprio carattere e di quello del ragazzo, una sorta di maggior sintonia. 


Uno studio norvegese aggiunge altri particolari sostenendo che il figlio prediletto sarebbe il primogenito, mediamente avrebbe un carattere migliore, un quoziente intellettivo più elevato e un fisico più robusto. In realtà queste caratteristiche sono spesso frutto dell’impegno che i genitori mettono nell’allevare il primo figlio: con il più grande le energie sono tante e le aspettative altrettanto intense, per questo un bambino viene curato e nutrito al meglio. Dal secondo figlio in poi, invece, anche per l’impegno maggiore che una prole più numerosa comporta, le energie calano e involontariamente ai più piccoli può essere dedicato meno tempo e meno impegno.

Più affetto o più affinità?
Il fatto di preferire un figlio, tra l’altro, non significa che si amino meno gli altri, tutt’altro. Il rapporto tra genitori e figli è così complesso da non poter essere ridotto a una scala di più o meno. Avere un figlio preferito può significare tante cose. Ci si può sentire più in sintonia con uno per somiglianza di carattere: con questo figlio è facile intendersi al volo spesso senza bisogno di parlare. In uno dei propri ragazzi si può rivedere se stessi ma in una veste migliore, quindi più giovani, più belli e più decisi, quindi più capaci di realizzare un sogno o un obiettivo che per varie ragioni il genitore può avere archiviato. 



Oppure ci si può sentire più vicini a uno dei proprio ragazzi perché questi è più timido, più delicato e quindi il genitore tende a percepirlo come il più debole e il più bisognoso di affetto. Spesso le situazioni possono anche coesistere: ci si sente più vicini intellettualmente a uno dei figli perché più simile a sé, ma si nutre una profonda tenerezza verso quello che è meno forte o meno dotato.
Mai mostrare le proprie preferenze
In ogni caso i favoritismi non vanno mai dimostrati: sta anche alla maturità e alla sensibilità del genitore avere un atteggiamento imparziale verso tutti i figli, mostrando a tutti grande affetto, equilibrio nelle lodi e nei rimproveri, offrendo le medesime possibilità di tempo ed economiche per quanto riguarda lo studio, lo sport e i passatempi. 

Una differenza nell’atteggiamento potrebbe danneggiare tutti i figli, sia quelli favoriti sia gli altri. I figli verso i quali si mostrano meno attenzioni possono infatti soffrire del cosiddetto Less favored status, la sindrome dello sfavorito che causa un senso di inadeguatezza difficile da superare. D’altra parte, anche il figlio che è più oggetto rispetto agli altri di affetto e aspettative può sentirsi caricato di responsabilità e crescere troppo in fretta.

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