Piera Maggio, madre di Denise, si dice speranzosa ma non vuole illudersi e tenere i piedi ben saldi, perchè di delusioni ne ha avute davvero tante.
Solo il test del Dna potrà confermare la vera identità della giovane.Emergono giorno per giorno nuovi particolari che donano speranza: la vicenda si arricchisce così di coincidenze e somiglianze. Ora anche il nome sembra svelare un particolare.
Spunta un’altra coincidenza da brividi
Oggi martedì, arriveranno i primi riscontri che apriranno altre strade: verrà dapprima esaminato il gruppo sanguigno e se ci saranno compatibilità, si proseguirà con l’esame del dna.
Anche in Russia si sta parlando tanto del caso. Le immagini televisive hanno mostrato le foto della ragazza quando era piccola e si nota una somiglianza sia con Piera Maggio che Piero Pulizzi, padre di Denise.
La ragazza ha raccontato di essere stata rapita da piccola e di essere stata “usata” per chiedere l’elemosina nei campi rom della Russia.
Molti hanno puntato l’attenzione sul nome dato alla bambina quando fu sottratta dal campo rom per essere portata in orfanotrofio. Il nome assegnato è Olesya Rostova.
Fin qui nulla di strano, se non fosse che è stato fatto uno studio sul nome Olesya e nella letteratura ucraina-russa è la protagonista di un romanzo che narra la storia di una giovane nipote che vive con la nonna ed è perseguita dalla comunità rurale fino a quando scompare.
È un fatto curioso ma è solo un elemento suggestivo che potrebbe indicare le sue origini: rapita appunto mentre era davanti casa. Ricordiamo che la piccola Denise quando fu rapita si trovava in strada, stava rincorrendo i cuginetti, tra i pochi metri che separavano la casa della zia materna e quella dove la nonna che stava preparando da mangiare per pranzo.
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