domenica 29 maggio 2022

Il Feto ascolta i suoni, li registra… e sogna

 


Il mio bambino mi sente davvero?

Sì, care mamme in dolce attesa, il vostro bambino vi “sente” fin dalle prime settimane.

Vi chiederete come faccia. Beh, non con l’udito, ma con il tatto.

L’apparato uditivo, infatti, raggiunge il suo completo sviluppo intorno alla fine del II trimestre. Ma già dalle 7-8 settimane di gravidanza, il feto percepisce i rumori interni del corpo materno che arrivano alla sua pelle tramite vibrazioni.


Cosa percepisce il feto

I primi suoni che arrivano al bimbo, attraverso il tatto, il primo dei cinque sensi che si sviluppa, sono il battito del cuore e la voce della mamma. Si manifestano al feto come onde sonore che, attraverso il liquido amniotico, arrivano al suo corpicino, avvolgendolo in un costante e rassicurante massaggio.

Perciò, anche in questa primissima fase potete cantare ninnenanne al vostro bambino, leggere poesie o favole ad alta voce.


State certe che vi ascolterà!

Intorno alla 24esima settimana, poi, inizia l’ascolto dei suoni tramite l’udito, e inizia anche una primissima attività cerebrale.


In questa fase, il feto comincia a registrare e riconoscere i suoni, dei quali arriva il 40-45% dei decibel. Comincia a distinguere i suoni interni da quelli esterni, a riconoscere la voce del babbo da quella degli altri. Le sonorità che lo raggiungono sono soprattutto le basse frequenze.


Il feto reagisce ai suoni

Ma il vostro bimbo non ascolta soltanto, riesce anche a reagire ai suoni che percepisce.

Questo perché la sua attività cardiaca aumenta, si registrano variazioni, elettrofisiologie e movimenti riflessi in risposta al tipo di stimolo sonoro. I suoni che preferisce sono quelli ritmici, proprio come il battito cardiaco della mamma.


La musica classica (Mozart, ad esempio) è ricca di questo tipo di suoni, ecco perché il vostro bimbo la adora. Mentre la ascolta, compie movimenti ampi e lenti come una vera e propria danza.

Secondo uno studio condotto dai ricercatori dell’Istitut Marques di Barcellona e pubblicato sull’Ecografy, la musica attiva dei circuiti cerebrali che stimolano la comunicazione e il linguaggio.


Allo stesso modo, di fronte ai rumori troppo forti, come potrebbero essere quelli di una discoteca, si spaventa e reagisce con movimenti veloci simili a balzi di paura e accelerando il battito cardiaco.

Anche le grida lo spaventano, soprattutto quelle della mamma, della quale impara facilmente a distinguere il tono pacato e rilassato da quello nervoso o autoritario.


Il feto registra i suoni e sogna

Tutto quello che il feto registra in utero, il neonato lo ricorderà. Ecco perché anche alla nascita apprezzerà la musica che ascoltava in gravidanza e sarà in grado di associare il tono della vostra voce al vostro umore, sicché come voi si sentirà nervoso, spaventato, felice o rilassato.


Perciò, care mamme, vivete con serenità e gioia la gravidanza, perché tutto ciò che fate e che provate influenza il vostro bambino. Lasciate da parte ogni tipo di preoccupazione o nervosismo e godetevi le 40 settimane più belle ed emozionanti della vita di ogni donna.


Inoltre, il feto non solo ascolta e registra, ma addirittura sogna. Gli studi sull’attività onirica del feto sono stati condotti dai ricercatori Tedeschi dell’Università Friedrich Schiller di Jena, guidati dal matematico Karin Shwab e pubblicati dall’American Institute of Physics sulla rivista Caos.


Gli scienziati hanno potuto constatare la capacità del feto di abbandonarsi al sonno e la presenza ciclica di movimenti oculari tipici della fase Rem, in alternanza ogni 20-40 minuti con una fase non Rem, il che fa supporre la presenza di una attività cerebrale durante il sonno.


Gli studi sull’attività cerebrale del feto

Dato che non è a tutt’oggi possibile studiare l’attività cerebrale di un feto umano, gli esperimenti dei matematici sono andati avanti sui feti delle pecore (simili a quelli umani per dimensioni, peso e sviluppo cerebrale).


 I risultati ottenuti tramite l’utilizzo di speciali tecniche matematiche, hanno confermato la presenza di un’attività elettrica cerebrale durante i cicli sonno veglia.



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