La storia della mamma che allatta il suo bambino, si addormenta e lo uccide schiacciandolo, ha sconvolto l'Italia: una vicenda terribile per la giovane neomamma 29enne, che si è vista cadere il mondo addosso, così come il suo compagno.
Il piccolo aveva solo tre giorni: la donna, mentre lo allattava, è crollata per la stanchezza: quando l'infermiera è entrata in camera e ha visto cos'era successo ha subito allertato i soccorsi ma non c'è stato nulla da fare.Bimbo morto, la rabbia del papà
Oggi il quotidiano Il Messaggero intervista il papà del bambino, un 36enne originario dell'Abruzzo, disperato ma anche arrabbiato: «L’autopsia ci dirà di cosa è morto.
«Lei stessa ha implorato più volte il personale del reparto di portare il piccolo al nido per qualche ora per potere riposare un po’. Non ce la faceva più. Ma la risposta era sempre “no, non si può”».
L'uomo racconta poi i momenti terribili della morte del neonato: «É stata la mia compagna a chiamarmi al telefono: «Corri, corri», gridava. Ma non ho fatto in tempo (piange, ndr), sono arrivato che non c’era più nulla da fare».
Il 36enne racconta che la compagna non si era accorta di nulla, che il bambino è stato preso dalle sue braccia mentre ancora dormiva: «Ha aperto gli occhi da sola e lo avevano già preso. Non sappiamo bene chi se ne sia accorto. All’1.40 della notte è stato dichiarato il decesso».
«Ora aspettiamo di conoscere il risultato dell’autopsia e abbiamo affidato il caso a un legale. Di fatto, la causa esatta della morte è ancora sconosciuta e tante risposte noi ancora non le abbiamo. Confidiamo nelle indagini». «La cosa che non ci dà pace è che poteva accadere a chiunque, ed è successo a noi. Nulla ci potrà ridare indietro il nostro bambino, ma non vogliamo che accada ad altri genitori di vivere il nostro stesso incubo.
Molte donne sono lasciate sole nei reparti, complici anche le restrizioni anti–Covid che impediscono ai familiari di rimanere in stanza ad aiutare le neo-mamme. Ecco, i protocolli adottati negli ospedali andrebbero rivisti anche alla luce di questa considerazione. Se ad altre mamme non è capitato, è solo perché loro sono state fortunate».
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