Vuole riconoscere il bimbo che aveva abbandonato in una “sportina” per la spesa vicino ai cassonetti dei rifiuti a Taranto.
È questa la decisione della 23enne georgiana che sabato mattina ha avvolto il figlio, partorito poco prima in casa, in una coperta e lo ha infilato in quella busta che poi ha lasciato per strada.«La mia assistita - spiega l’avvocato Francesco Zinzi, legale della ragazza - ha espresso la volontà di riconoscere il figlio. Ieri mattina si è vestita e insieme siamo andati nell’ufficio che c’è in ospedale. Non è stato possibile formalizzare il riconoscimento per problematiche di natura burocratica che sono certo saranno risolte in tempi brevi».
L’iter si sarebbe inceppato sulla indubbia particolarità della vicenda e anche sulla posizione della straniera, giunta in Italia per lavorare come badante, ma priva, stando a quanto si è appreso, del permesso di soggiorno. Sul punto sono stati avviati accertamenti che, in ogni caso, non potranno ostacolare la volontà di riconoscere il bimbo. Un passo che va incasellato nel procedimento aperto dalla procura minorile subito dopo il ritrovamento del neonato.
È chiaro che, laddove formalizzato, il riconoscimento rappresenterebbe un passaggio fondamentale. Sull’affidamento e sulla valutazione della situazione resta comunque accesa l’attenzione della procura guidata dal procuratore minorile Antonella Montanaro. Ieri mattina in ospedale si è recata anche la pm Stefania Ferrieri Caputi, titolare del procedimento aperto dalla procura minori.
«La signora - continua l’avvocato Zinzi - è stata netta sulla sua decisione di riconoscere il bambino. Intende anche cambiare il nome di Lorenzo che è stato dato al figlio dai medici dell’ospedale dopo il suo ritrovamento».
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