lunedì 6 novembre 2023

Monia Bortolotti, il papà dei neonati uccisi dalla compagna: «È così oggi e sarà così sempre, non avete idea di che cosa si provi»


 

Monia Bortolotti ha solo 27 anni ma un abisso davanti a sé da vivere. 


Era orfana a Calcutta, poi figlia adottiva cresciuta in Val Seriana, a Gazzaniga. Trova l'amore in un compagno più maturo di lei: il suo nome è Cristian Zorzi. Ora è indagata per un delitto atroce: ha ucciso i suoi bambini, Alice di 4 mesi e Mattia di 2. La tragedia è avvenuta a Bergamo. Ora gli inquirenti stanno indagando sulle versioni delle donna relative ai cuscini.



Nelle 200 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare emerge la convinzione che la ragazza, per quanto irrisolta, fosse lucida e che attraverso quegli sfoghi messi in vetrina sui social, una volta venuta a conoscenza dell’indagine, stesse ponendo le basi per una difesa.



Quando, il 15 novembre 2021, i soccorritori si arrendono davanti al suo corpicino e il caso viene momentaneamente archiviato come morte in culla, Bortolotti spiega di avere fatto addormentare la figlioletta dopo il latte, di un rigurgito letale. Il 25 ottobre 2022 muore anche il fratellino, c’è subito l’autopsia, la bimba viene riesumata e nel momento in cui la si mette di fronte ai primi sospetti, la ragazza cambia e fa riferimento, per la prima volta al compagno Cristian Zorzi, ad alcuni cuscini. Ne scrive anche il 30 agosto: «La colpa è mia per averla messa a dormire di lato sui suoi cuscinotti tanto morbidi».



L'abbraccio mortale a Mattia non convince. L’ipotesi è che il cuscino le sia servito per soffocare volontariamente il pianto di Alice. Non capendone l’origine, la donna non riusciva a gestirlo, a sopportarlo. Lo stesso vale per Mattia. All’inizio, afferma che aveva il bimbo nel marsupio, che piangeva ed era diventato cianotico. Poi, che lo aveva schiacciato lei, per sbaglio, addormentandosi. Il bimbo era sano.



Mattia nasce il 27 agosto 2022, cercato e concepito subito dopo il primo lutto; il 14 settembre viene ricoverato; il 17 ottobre, esce dall’ospedale; 8 giorni dopo, la madre, quando è sola in casa (come in tutti gli episodi), chiama il 118 e Mattia non respira più. Di nuovo, il pianto interrotto. Rispetto al 14 settembre, il sospetto è che si sia trattato di un primo tentativo di soffocare il piccino. Al mattino era stato visitato dal pediatra, che non aveva riscontrato problemi. Nel pomeriggio, Bortolotti allerta i soccorsi e Zorzi: durante una poppata, sostiene che Mattia sia andato in apnea. Nel mese in ospedale viene sottoposto a una marea di esami, considerato il precedente della sorellina, e sono tutti negativi.



Ad agosto un post sulla morte dei figli ma anche sulla fine della relazione con Cristian Zorzi: «Perché per me amare significa stare accanto a qualcuno nella buona e nella cattiva sorte, ma non tutti sono capaci». Nel post del 13 ottobre Monia scrive alle «care mamme e cari papà» che «il senso di colpa per non aver fatto abbastanza per i miei bambini, per non essere riuscita a salvarli, mi sta distruggendo».




Il dolore del compagno «Non ho niente da dire, è così oggi e sarà così sempre, non avete idea di che cosa si provi», si trincera Zorzi nel suo appartamento a Pedrengo. Ha 52 anni, lavora in una ditta che fa verniciature ed è un uomo devastato. L’amore con Bortolotti era nato alla scuola Baila Conmigo, dove lui era istruttore di balli caraibici.



È stato fissato per domattina nel carcere di via Gleno a Bergamo l'interrogatorio di garanzia di Monia Bortolotti, la ventisettenne di Pedrengo arrestata sabato mattina a Gazzaniga con l'accusa di aver ucciso, soffocandoli, i due figli, Alice di 4 mesi e Mattia di 2 mesi, a distanza di meno di un anno una dall'altro. 



La donna potrà decidere se rispondere alle domanda del giudice per le indagini preliminari Federica Gaudino, che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare di circa duecento pagine che l'ha condotta in carcere, arrestata dai carabinieri della sezione operativa di Bergamo guidati dal maggiore Carmelo Beringheli. Monia Bortolotti sarà assistita dal suo legale di fiducia, l'avvocato Luca Bosisio, che la segue da quando, già lo scorso marzo, era stata indagata a piede libero. Ora l'arresto, scattato per il pericolo di reiterazione del reato e per la spiccata pericolosità sociale della donna. Sui social ancora prima dell'arresto e pare anche agli stessi militari dell'Arma durante le indagini la Bortolotti si è sempre difesa, parlando di eventi accidentali all'origine della morte dei suoi due figli.


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