lunedì 24 ottobre 2022

Postavano foto e video di bimbi stuprati: denunciati 7 minori (anche una ragazza). La polizia: «Indifferenti all'orrore»


 


Avrebbero ricevuto e inviato, sui gruppi social, foto e video di bambini vittime di abusi sessuali, piccole vittime anche di tre o quattro anni: per questo sette ragazzini minorenni, di età compresa tra i 13 e i 15 anni, sono stati denunciati dalla polizia. 



Tra di loro ci sarebbe anche una ragazza. L'operazione, denominata Poison, è stata condotta dalla Polizia del Centro Operativo Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale di Pescara e coordinata dalla procura dei minorenni dell'Aquila. L'accusa è di diffusione e detenzione di materiale pedopornografico.



L'indagine, scaturita su impulso del Cncpo (Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online) del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, trae origine da una segnalazione del Servizio Emergenza Infanzia 114, relativa alla condivisione, su gruppi social, oltre che di contenuti pedopornografici, anche di stickers-meme di carattere zoofilo, necrofilo, scat, splatter, nonché di violenza estrema, apologia del nazismo-fascismo, atti sessuali estremi e mutilazioni, atti di crudeltà verso essere umani e animali. Immagini e video raccapriccianti di vittime innocenti il cui dolore, invece di scuotere le coscienze, è stato oggetto di scherno, divertimento e condivisione da parte del gruppo di adolescenti.




L'operazione di oggi ha confermato un fenomeno dilagante tra i giovanissimi, i quali, spesso, nei contesti social banalizzano eventi terribili del passato o mostrano assoluta indifferenza per violenze e stupri, anche nei confronti di bambini piccolissimi; a volte si assiste a una gara a chi posta l'immagine più sprezzante o truculenta, al fine di stupire, all'insegna dell'esagerazione. L'invito della Polizia Postale e della Procura Minorile ai ragazzi è di acquisire consapevolezza e responsabilità delle proprie azioni anche sui social, interrompendo la diffusione di tali contenuti, evitando di reinviarli ad altri utenti e di contribuire alla diffusione di odio e violenza. Inoltre la Polizia Postale auspica che i genitori siano consapevoli del proprio ruolo di educatori e lo esercitino con senso di responsabilità, vigilando sull'uso di strumenti informatici da parte dei ragazzi, sia per prevenire fatti lesivi nei confronti di terzi, sia per evitare ripercussioni giuridiche come conseguenza dei comportamenti dei propri figli. 




Gli investigatori della Polizia Postale, con un lavoro certosino, hanno analizzato oltre 85.000 messaggi in cinque diversi gruppi social, allo scopo di identificarne gli autori. L'operazione ha coinvolto, nella fase esecutiva, anche i Centri Operativi Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale di Puglia, Lazio, Lombardia e Campania. Restano tuttora al vaglio degli inquirenti le posizioni di ulteriori 22 minori che si sono limitati all'invio dei 'meme' per possibili provvedimenti a protezione degli stessi, atteso il disvalore culturale e educativo emerso, anche con l'intervento dei servizi sociali a sostegno dei ragazzi e delle loro famiglie.

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