È stata una neomamma a dare l'allarme, perché il piccolo Carlo Mattia era scivolato sotto la sua mamma esausta dopo 17 ore di travaglio e stava soffocando sotto il suo peso.
L’infermiera è arrivata di corsa, ma il bimbo di tre giorni era già morto. Era la notte dell'8 gennaio, ed ora il personale dell'ospedale Pertini di Roma, rischia di essere indagato, per omicidio colposo. Infatti, una testimone oculare, che si trovava nello stesso reparto dove è avvenuto la tragedia, potrà raccontare la sua versione dei fatti agli inquirenti e parlare di quei presunti controlli carenti che avrebbero innescato un dramma senza ritorno.Autopsia sul bimbo
Secondo l'autopsia il neonato è morto soffocato, anche se manca la certificazione ulteriori degli esami istologici. E mentre l'inchiesta della procura romana fa il suo corso, c'è un dettaglio riferito dal Corriere della Sera, che riguarda l'assenza del rapporto dell’anatomopatologo dell’ospedale Pertini, che secondo il protocollo avrebbe dovuto svolgere un primo esame sul decesso. Dimenticanza o scelta deliberata? Questa è un'altra domanda a cui i magistrati dovranno dare una risposta.
Infermieri massacrati
Intanto emergono dettagli sulle condizioni di lavoro al Pertini, dove gli infermieri sono costretti a doppi turni dal ritmo massacrante, mentre tanti colleghi sono in permesso per la legge 104, in ferie o malattia, tutte motivazioni valide nel pieno diritto dei lavoratori, ma allora si pone un problema di carenza cronica di personale, che abbassa la qualità del servizio sanitario ed espone i pazienti a rischi continui.
Denuncia sindacale
«Allo stato attuale, rispetto alle piante organiche, - afferma Stefano Barone, segretario Nursind Lazio - mancano all'appello in tutta Roma ben 7mila infermieri. Le conseguenze si ripercuotono a cascata su tutto il sistema» scrive Il Messaggero: «Non stupisce che reparti come quello del Pertini dove è morto nei giorni scorsi un neonato, non ci siano da tempo le infermiere.
Eppure le linee guida della Ginecologia prevedono che si passi a controllare ogni 10-15 minuti ma per farlo, appunto, c'è bisogno di personale».
Paura delle ostetriche
Prima del 16 gennaio al Pertini erano le infermiere del Nido a supervisionare il benessere del neonato, mentre da quella data è entrato in vigore il nuovo modello gestionale del Rooming in, la condivisione della stessa stanza tra madre e figlio h24, che prevede che a vegliare su entrambi, mamma e bebè, siano le ostetriche, che dopo quanto accaduto lo scorso 8 gennaio hanno paura di non farcela, è l'allarme lanciato dai sindacati.
Ma l'Asl2, a cui fa capo l'ospedale Pertini, respinge le denunce dei sindacati «in quanto non vi sono carenze di personale in servizio».
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