mercoledì 17 maggio 2023

Ragazzina mamma a 13 anni col fidanzato 19enne. E in tribunale lo difende: «Non mi ha violentata, ci amiamo»


 


La loro storia d'amore è cominciata quando solo lui era maggiorenne, ma è stata talmente travolgente che non si sono più lasciati. 



A cementarla anche la nascita di una bimba, orgoglio dei genitori e dei nonni. Eppure, su quell'unione che va avanti da almeno due anni grava un'ombra: quella provocata dall' accusa di atti sessuali su minore che pesa sia sul ragazzo allora 19enne, che sulla madre della ragazzina per non aver fatto nulla per evitare quella relazione.



Ieri in Tribunale a Mantova si è svolta l'udienza preliminare. Davanti al giudice i due ragazzi si sono presentati mano nella mano, con la figlia in braccio e tutta la famiglia al seguito. Il ragazzo adesso sta per compiere 21 anni mentre la ragazza, diventata la sua compagna, ha 15 anni: da quando è nata la bimba, che ha un anno, convivono a casa con i genitori di lui, nel Mantovano. Entrambi sono italiani, ma per tutelare il minore non sono stati diffusi altri particolari.



I fatti risalgono al 2021 quando il giovane, allora 19enne, e la ragazzina 13enne avevano intessuto una relazione nata dalla frequentazione che le due famiglie, amiche da anni, avevano. C'erano anche legami di parentela acquisita tra i due: sono, infatti, cognati visto che un fratello e una sorella sono marito e moglie. Galeotta è stata una vacanza trascorsa insieme d'estate.



A fare il primo passo, ha sempre sostenuto la giovane, era stata proprio lei, senza far minimamente caso alla differenza d'età. La ragazzina allora frequentava le scuole medie e pare siano stati proprio i professori a segnalare ai servizi sociali il suo caso quando rimase incinta. La ragazzina fu anche ascoltata dai carabinieri e nonostante avesse detto che non vi era stata alcuna violenza ma solo amore tra loro, fu aperto un procedimento d'ufficio nei confronti del ragazzo per quella relazione che si configurava come un atto sessuale su una minorenne.



Ieri i due si sono presentati con i loro avvocati e la bimba all'udienza preliminare che poi è stata rinviata a ottobre per un vizio di forma che aveva impedito alla mamma della ragazza di nominare il difensore. «A sconfessare la violenza - ha dichiarato all'uscita dal palazzo di giustizia l'avvocato Giovanni Gasparini, di Mantova, che difende il ragazzo - è stato lo stesso atteggiamento dei ragazzi, mano nella mano. Una situazione molto tenera che dimostra come siano innamoratissimi e compongano una famiglia molto unità». «Questa - ha aggiunto il legale - è una vicenda molto particolare. La legge stabilisce dei limiti al di qua dei quali si pone l'illiceità. Questi imiti, però, devono essere precisi e determinanti. Ma questo solco dell'illiceità è difficile da stabilire. Spetta a noi avvocati fare emergere la peculiarità del caso e distinguere tra fattispecie penale astratta e realtà. Se il fatto - ha concluso - fosse avvenuto solo 8 mesi dopo la ragazza avrebbe avuto 14 anni e sarebbe stato lecito».

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